CASI ENGLARO E DJ FABO:
NEL TRAVAGLIO DI DUE COSCIENZE
DUE SOLUZIONI SENZA STATO

DJ FABOLECCO – Da circa un mese si è riaperto un acceso dibattito pubblico sul tema dell’eutanasia e del diritto all’autodeterminazione fino alla fine. Come spesso succede in Italia c’è stato bisogno di un caso particolare per far sì che temi fondamentali, come questo, tornassero a galla e all’attenzione di politici e opinione pubblica. O meglio, c’è stato bisogno, di nuovo, che chi si trova abbandonato dalle istituzioni, che ancora tardano a dare una risposta sul tema, si facesse sentire forte e chiaro, prendendo su di sé anche il peso del silenzio.

Così ha fatto Fabiano Antoniani, per gli amici Fabo, in arte Dj Fabo: ha rivolto un appello direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire”, gli ha detto, tramite un video narrato dalla sua compagna Valeria. Fabo è cieco e tetraplegico dal 2014, a causa di un incidente in macchina. Dopo due anni di cure senza esito, insieme all’associazione Luca Coscioni, ha deciso di  interpellare il capo dello Stato chiedendo, come altri prima di lui, una legge sulle scelte di fine vita. Questa la prima mossa dell’ex dj. Nel frattempo il ddl sul testamento biologico ha subìto un terzo rinvio alla Camera (doveva essere discusso il 30 gennaio) e Fabo ha deciso di andare in Svizzera per chiedere l’eutanasia, indignato e deluso dal suo paese. Oggi è riuscito a ottenere quello che voleva: smettere di soffrire.

Decisione estrema causata dalla mancanza di una legge che normi sia la questione dell’eutanasia sia del diritto all’autodeterminazione terapeutica. Due aspetti diversi legati al fine vita.

ENGLARO BEPPINO

Lo sottolinea Beppino Englaro che porta avanti da 25 anni un’incessante battaglia, civile e morale, per il diritto all’autodeterminazione anche per chi non è più in grado di esprimere la sua volontà.

Englaro, papà della “Bella addormentata, ha lottato per anni per “liberare”, come ha sempre detto, sua figlia Eluana – rimasta ferita con lesioni cerebrali irreversibili dopo un incidente stradale avvenuto nel ’92 nel lecchese –  “dalla condizione in cui l’avevano messa i medici difendendosi che così l’avevano salvata dalla morte”. Solo nel 2009, dopo la sentenza della Cassazione nel 2007, è stato attuato il protocollo terapeutico e rispettata la volontà di Eluana. La ragazza, infatti, prima di avere quel grave incidente aveva espresso la sua volontà a non vivere in condizione di coma irreversibile e di alimentazione artificiale se mai si fosse trovata in una situazione del genere.

Englaro ha commentato la vicenda di dj Fabo ribadendo la necessità di una seria presa in carico del problema dell’eutanasia da parte di “tutte le nazioni civili”, e al contempo sottolineando la differenza che c’è tra l’appello del 40enne tetraplegico e quello che è stato il suo personale impegno in tutti questi anni.

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C. S.