CASSE VUOTE IN PROVINCIA,
TORNA IL RISCHIO DISSESTO.
SI TAGLIA ANCHE SU EXPO

consiglio provinciaLECCO – “I tagli” sono stati i protagonisti del consiglio provinciale lecchese che si è tenuto ieri mercoledì 13 maggio presso la sede di Piazza Lega Lombarda. Ad essere sfoltito innanzitutto l’ordine del giorno che per via della sua lunghezza è stato diviso in due parti e la discussione di alcuni punti è stata rimandata alla prossima settimana. Decisione forse particolarmente apprezzata dai consiglieri di fede juventina che non hanno rischiato di perdersi l’appuntamento calcistico in Champions.

Meno indolore è stata invece la presentazione del rendiconto relativo alla gestione dello scorso anno. La buona notizia è che questo decisivo documento “ha ricevuto un giudizio positivo da parte del collegio dei revisori dei conti: non sono stati contratti debiti e si è rispettata la legge di stabilità”, esordisce il vice presidente Scaccabarozzi. È dunque un ottimo conto consuntivo, che ha permesso alla Provincia di organizzare il sistema dei servizi di propria competenza nonostante le difficoltà economiche e che ha permesso di accumulare un avanzo di gestione molto alto: poco più di 19 milioni di euro.

consiglio provincia 3Ma ecco le note dolenti: di questa bella somma circa 17 milioni e mezzo di euro sono intoccabili, dal momento che costituiscono “l’avanzo vincolato”; altri 660 mila euro sono destinati alle “spese di investimento”, mentre 195 mila euro sono accantonati in quanto “crediti di dubbia esigibilità”. Dunque su poco meno di 20 milioni alla Provincia restano solo 953 mila euro di fondi liberi, ottenuti questi grazie ai tagli delle spese del personale (che ha dovuto fare a meno di 53 unità) e di alcune spese di gestione.

Oltre a queste pesanti limitazioni di spesa imposte agli enti dalla legge di stabilità, si aggiungono i veri e propri tagli – di nuovo – che i governi centrali hanno stabilito nel corso degli anni: basti pensare che solo per la nostra provincia dal 2009 al 2014 essi arrivano a 13.942.045,88 euro. E per il 2015 dovrebbero aumentare ancora, arrivando a toccare per una sola annualità gli 11 milioni e mezzo di euro: l’ente lecchese dovrà cioè restituire allo stato circa la metà delle tasse versate dai cittadini, azzerando di fatto le risorse per le spese discrezionali. Ma non solo, la preoccupazione degli amministratori è addirittura quella di non riuscire ad erogare con regolarità i servizi territoriali, dal momento che in base all’ipotesi di bilancio per l’anno in corso le risorse sono sufficienti fino al 30 giugno e mancherebbero all’appello circa 12 milioni e 800mila euro. Dal punto di vista tecnico queste cifre dipingono una situazione di “pre-dissesto”, che sarebbe come dire un quasi-fallimento.

consiglio provincia 2Prima di cominciare a fare concretamente i conti per il 2015, è necessario che due istituzioni al di sopra di province e comuni diano a questi ultimi gli strumenti per sostenere le proprie spese. Regione Lombardia entro giugno dovrebbe approvare il D.D.L. che conferma la delega di alcune funzioni alle province e di conseguenza l’attribuzione delle relative risorse. In secondo luogo si attende il Decreto Legge del governo che dovrebbe definire i provvedimenti a favore dei comuni e delle province. Come spiega Corrado Conti – dirigente del settore bilancio e finanze della Provincia – sicuramente questo non lascerà grandi spazi di manovra agli enti locali, se non l’elaborazione di un bilancio di “mantenimento”.

Questa impotenza di fatto della Provincia dovuta all’esiguità di risorse è emersa con chiarezza anche durante la discussione di altri argomenti in agenda. La richiesta di adesione al progetto di manutenzione e valorizzazione del “Sentiero del Viandante” (qui maggiori dettagli) avanzata dal Comune di Varenna, seppur approvata all’unanimità, si potrà concretizzare semplicemente in un’attività di promozione sul territorio di questo bel progetto e tuttalpiù la Provincia potrà approfittare del proprio ruolo istituzionale per favorire la collaborazione dei diversi comuni coinvolti.

Anche il treno di Expo è stato infine frenato – per quanto riguarda il lecchese – da una stretta dei cordoni della borsa della Regione. A fronte di un bando iniziale che prevedeva la messa a disposizione di un totale di un milione e 600 mila euro da distribuire tra le varie province per valorizzare e potenziare le attrattività dei luoghi lombardi in vista dell’esposizione mondiale, c’è stato un fortissimo ridimensionamento delle risorse disponibili. La provincia di Lecco che, essendo arrivata quinta alla gara prevista dal bando, avrebbe potuto ottenere una bella fetta dell’originario milione e mezzo, dovrà accontentarsi di 187 mila euro circa; cifra stanziata peraltro non sulla base della bontà del progetto, bensì in ragione del numero degli abitanti.

M.V.