CINEMA: TANTI I PROCLAMI
MA ANCORA NESSUNA CONFERMA.
APPELLO “LASCIA” AL COMUNE

CINEMA SALA VUOTALECCO – Il cinema a Lecco è un tema sempre caldo. In città è rimasto solamente il Palladium, cineteatro parrocchiale che ha saputo sopravvivere anche in un mondo dove i multisala spuntano come i funghi, salvo nella provincia manzoniana. E così nel corso di questi anni si è fatto a gara per parlare del ritorno delle sale cinematografiche.

Ci ha provato la lista civica Appello per Lecco con tanti proclami, ultimo in ordine cronologico un comunicato in cui si parla di “grande lavoro di sensibilizzazione, sollecitazione e promozione per il ritorno del cinema a Lecco”, ma ora i rappresentanti dell’associazione riferiscono di essersi “volutamente tirati da parte, ormai da qualche mese, dopo aver informato l’amministrazione, dal nostro compito di sensibilizzazione, per lasciare che gli imprenditori potessero analizzare i punti di forza e di debolezza del mercato lecchese relativo all’industria che veicola la settima arte”.

L’associazione lascia la patata bollente in mano all’amministrazione comunale, della quale peraltro fa parte. “Adesso lo sforzo va fatto sul piano amministrativo e urbanistico creando le corrette condizioni che consentano, in tempi brevi, di autorizzare un iter finalizzato a far rivivere nuove e moderne sale polivalenti e cinematografiche in città”.

L’assessore all’Urbanistica Gaia Bolognini, infatti, afferma che “ci sono due interessi per la realizzazione di nuovi cinema in città”. Secondo il Pgt l’area prevista per un multisala si trova in viale Valsugana, ma l’amministratrice spiega che con una determinata procedura si potrebbe costruire anche altrove. “Con lo sportello unico di attività produttive, creando un cinema puro, con solamente le sale, senza negozi, bar o ristoranti, potrebbe anche nascere altrove con una deroga del consiglio comunale. Il progetto sarebbe anche molto più veloce”.

Ma è evidente che solo un imprenditore convinto potrà installare un multisala in città, l’amministrazione comunale potrà solo agevolare la società, non certo investire di tasca propria, soprattutto in un momento di crisi per gli enti pubblici.