SALA AL BARRO – Mercoledì sera, 26 marzo, l’ex sindaco e attuale assessore di Valmadrera Antonio Rusconi è stato eletto presidente della Comunità montana con il sostegno di 24 sindaci sui 25 presenti: l’elezione, nelle parole di Rusconi, è avvenuta “al termine di un lungo percorso difficoltoso di sintesi e di accordo. Ringrazio per l’onore che mi è stato fatto”.
“Non desidero fare un discorso – ha dichiarato a seguito dell’esito delle votazioni – , ma, mantenendo un profilo basso, fare solo alcune comunicazioni e più avanti, tra qualche mese, valutare insieme l’occasione per discutere sul progetto di quale Comunità montana vogliamo.
Un mio maestro nella pubblica amministrazione mi ha insegnato che “il meglio è nemico del bene”: è stato dunque importante avere evitato il commissariamento dell’ente e sul resto è importante che da ora guardiamo in avanti, insieme”.
“Ringrazio tutti – ha affermato -, chi mi ha sostenuto sin dall’inizio, chi successivamente, chi non mi ha sostenuto anche stasera, perché questo è il sale della democrazia: ma chi fa il sindaco, l’amministratore, sa che è eletto da una parte dei cittadini, eppure un minuto dopo essere eletto rappresenta tutti. Questo sarà lo sforzo mio e di tutta la giunta, ascoltare ogni sindaco, ogni territorio.
Non credo ai liberatori, ai leader troppo bravi e non mi sento tale, credo a persone che si liberano: la forza del gruppo, la porta spalancata ai sindaci, il programma “vero” fra tre mesi, frutto di tutti gli incontri e delle opportunità che emergeranno.
Non ignoro la difficoltà del percorso, i problemi di questi mesi: è opportuno però far prevalere la responsabilità, metterci una pietra sopra, di errori ne abbiamo commessi tutti, compreso il sottoscritto, ringraziare chi, pur avendo almeno altrettante capacità delle mie per rivestire il ruolo di presidente ed è stato interpellato nelle scorse settimane, ha fatto un passo indietro o di lato per favorire questa soluzione.
Non mi preoccupa il limite dei due anni di tempo di mandato, anzi: ho ascoltato con interesse venerdì scorso Beppe Severgnini a presentare il suo libro che ha come sottotitolo “Per non diventare anziani insopportabili”. Ho 66 anni e preferisco impegni con un periodo definito.
Dunque, non solo ribadisco tra due anni la verifica, ma io rappresento 26 “azionisti” che sono i 26 sindaci: quando e se loro, in maggioranza, avranno una proposta più rappresentativa, sono a disposizione e rispondo a loro”.
“In accordo con la giunta e con il presidente dell’assemblea – ha comunicato il neo presidente -, venerdì riceverò il presidente uscente Carlo Greppi per ringraziarlo per il lavoro svolto e per un passaggio non formale delle consegne e lunedì mattina con la giunta incontrerò se possibile i dipendenti, che ritengo, come nei comuni, la prima e fondamentale risorsa da valorizzare.
In questo primo periodo, chiederò di incontrare tutti e tre i consiglieri regionali nelle forme che riterranno più opportune per poter preparare unitariamente un incontro con l’assessore regionale Sartori con cui auspico di avviare un proficuo rapporto di collaborazione.
Qualcuno mi ha definito bonariamente amministratore di esperienza: ho conosciuto la realtà della comunità montana del Lario orientale e della Valle San Martino dall’inizio, dal presidente Emilio Castelnuovo a Pietro Motta, a Cesare Perego, a Gianni Codega, a Carlo Greppi, tutte persone a cui dobbiamo profonda gratitudine.
Dobbiamo riportare l’idea, dai sindaci, agli imprenditori, agli attori del mondo agricolo, ecologico, sociale, alla realtà dell’alpinismo lecchese celebrato proprio dalla Comunità montana con il 50º della conquista del Cerro Torre, che la Comunità Montana non è un ente burocratico in più, ma una risorsa importante a disposizione dei comuni e del territorio“.
Tra i tanti presidenti con cui ho collaborato, quello che più mi ha coinvolto è stato Cesare Perego, il cui ricordo spero di onorare, perché aveva trasmesso forte il messaggio del valore della comunità montana e il rapporto privilegiato con Regione Lombardia.
Nel chiedere la collaborazione di tutti, sono quindi a disposizione, con i miei limiti, con una squadra di valore, cercando di imparare con il vostro sostegno”.
“In chiusura – ha concluso Rusconi – un ultimo aspetto umano, personale, che mi coinvolge in questa vicenda: il sindaco Dante De Capitani, commentando affettuosamente il mio impegno come sindaco di Valmadrera, definì il mio affetto per la mia comunità “la figlia che Antonio non ha avuto”. Grazie Dante…
Quando mi è stato chiesto, mesi fa, da alcuni amministratori, la mia disponibilità a ricoprire questo ruolo, ho subito pensato che era una follia. Successivamente ho anche pensato che una delle proprietà più significative della comunità montana è la piana di San Tomaso, dove è nato mio papà e dove sono le mie radici e quelle della mia famiglia.
Dunque ho pensato che per me fosse un impegno di restituzione, di gratitudine e anche per ricordare a me e a noi tutti che nessuna cultura, comunità, ente, cresce, si sviluppa, se non continuando a alimentarsi dalle sue radici.
Grazie a tutti per l’onore del compito a cui mi chiamate oggi in collaborazione con una squadra di valore che sono sicuro lavorerà bene”.