CMLO, SOLUZIONE DI COMPROMESSO: RUSCONI PRESIDENTE COL… ‘TAGLIANDO’

SALA AL BARRO – Una carambola di nomi, proposte, incastri, bizantinismi della peggior politica: sono stati contrassegnati così gli ultimi giorni di trattativa per la CmloComunità Montana Valle San Martino Lario Orientale per scongiurare l’arrivo del commissario. Una partita durata mesi dalla quale tutti escono sconfitti, a partire dalla C.M. stessa, lasciata per mesi senza guida e senza risposte.

Finirà con un compromesso al ribasso, una presidenza dimezzata di Antonio Rusconi, che deve promettere un “tagliando” tra due anni, osteggiato da certi esponenti Pd e Fdi, ma anche da alcuni civici. E poi spazio in giunta per Pd (Pigazzini), bergamaschi (Sesana), Lega (Bussola). Ci sarà anche Fasoli, che incassa l’ennesimo ceffone sulle sue ambizioni per una presidenza quale che sia, partito come condottiero contro Rusconi (tra i due, rotto l’idillio, sono volate parole grosse) e finito come suo attendente.

Ci sarà, Fasoli, ma non è chiaro in che quota, se non quella personale, poiché gli unici a rimanere fuori dalla partita sarebbero proprio i fratellini d’Italia, che tutto questo bordello hanno messo in piedi causa la strana alleanza con il Pd che, come vi abbiamo anticipato da mesi, ha come oggetto del contratto facilitare la rielezione di Gattinoni sabotando, leggasi Zamperini, il centrodestra lecchese.

Infatti, a quanto ci risulta, l’unico sindaco con tessera di Fdi, Michele Peccati, non solo sarà fuori dalla giunta ma nemmeno voterà questa soluzione che vede a capo Rusconi (anche tra loro i toni sono stati accesi). A meno che Fasoli, in un salasso di ego, indichi in giunta il suo assessore Amadori (tesseratissimo Fdi) anziché se stesso.

Chiude il tutto Scola di Civate come presidente dell’assemblea, messa da parte la questione degli assessori supplenti, ormai priva di significato alla luce di una presidenza con verifica nel 2027 (dopo il voto di molti Comuni) che porterà a un totale rimescolamento delle posizioni in campo. Rimarrà solo da vedere se nel 2026 Fasoli cederà il passo a Ello, o proverà a tenersi stretto il posticino racimolato nonostante la chiara normativa regionale sui rinnovi elettorali.

Lo scenario che rimane sotto gli occhi, dicevamo, è devastato, con solo perdenti. I sindaci, anzitutto, che si sono dimostrati incapaci di un coordinamento scevro da condizionamenti di partito, e che hanno lasciato sul campo principi importanti come quello di territorialità e autodeterminazione.

I partiti, impegnati solo a segnare bandierine (“siamo il primo partito d’Italia e abbiamo diritto a posti!” ha urlato qualche politicante improvvisato, dimenticando che una cosa sono i voti nelle urne e un’altra le assemblee dei sindaci), partiti che vedono nuovi esuberanti protagonisti i quali se ne infischiano delle istituzioni salvo poi rimanere con un pugno di mosche.

E infine, perdenti, i protagonisti della vicenda. La battaglia per la Cmlo ha fatto venire alla luce il peggio che covava sotto la cenere: antipatie personali, risentimenti tra amministratori, beghe interne al Pd (si pensi lo sfregio fatto a Mariani di Mandello), la propensione al bluff di Fdi che millantava più voti che sindaci, la polaroid di un centrodestra balcanizzato e destinato solo a posizioni di rendita per qualche capetto, i malumori tra i civici che qualcuno vorrebbe eliminare dallo scenario.

Insomma, se proprio qualcosa di positivo va trovato possiamo aggrapparci a due sole cose: la prima è si chiude finalmente la gestione Greppi che è stata sotto le insegne di una Comunità montana che non ha brillato, per usare un eufemismo; la seconda è che torna in campo l’esperienza non banale di Antonio Rusconi, che ha voluto tanto questa presidenza e ora potrà/dovrà dimostrare di esserne all’altezza.

Venerdì sera nella sede di Sala al Barro l’insediamento della nuova giunta (salvo ultimissime sorprese).

Ricordavamo di un tempo dove con poco si trovava subito un accordo, nel segno delle istituzioni e del bene comune, dove era più il buono del meno peggio. Oggi scriviamo una brutta, pessima pagina della politica locale.

Che volge, anziché a mezzogiorno, verso la mezzanotte più buia.

EleCiEnne