CONFERMATA IN APPELLO
LA CONDANNA AL VIOLENTATORE
DI RANCIO

LECCO – Aveva violentato una coetanea di 23 anni in un vicolo di Rancio il 17 agosto del 2012. La prima sezione della Corte d’Appello di Milano oggi ha confermato la condanna di primo grado. Al momento dell’arresto aveva poi reagito vivacemente, quindi per il reato più grave la pena rimane di 5 anni e sei mesi, mentre per resistenza a pubblico ufficiale 6 mesi, in tutto sei anni.

VIOLENZA A DONNEQuel giorno maledetto, il giovane artigiano eritreo Hailu Mamo Habtamulai (soprannominato Tommy) aveva trascorso la serata con la sua vittima a Oggiono in casa di un amico comune, un ragazzo ucraino. Nella denuncia la ragazza, studentessa in psicologia, aveva spiegato che Tommy  si era speso in avance, da lei respinte. Fatti confermati dal giovane che li ospitava. Lasciata la festicciola i due si erano spostati in centro Lecco dove avevano tirato tardi. Infine Tommy si era offerto di accompagnare la vittima a casa, purtroppo quella che intendeva lui – secondo quanto emerso in aula – era la propria e non quella della ragazza. Giunto a Rancio l’ha trascinata nello stretto vicolo Tirabagia. Complici pare i fumi dell’alcol lui si è trasformato, aggredendo lei con pugni e schiaffi per intimorirla. E’ riuscito così a spogliarla per poi abusarla sessualmente per quasi un’ora e mezza. Le indagini furono portate avanti dalla Squadra mobile. Alla fine si arrivò alla condanna di primo grado nel tribunale di Lecco, da parte della corte presieduta da Ambrogio Ceron con giudici a latere Gianmarco De Vincenzi e Maria Chiara Arrighi che accolsero in pieno le richieste del pm e dell’avvocato della vittima Laura Rota.