COSI’ IL BILANCIO DELLA PROVINCIA
DI LECCO. SARA’ L’ULTIMO?

CONSIGLIO PROVINCIALELECCO – In discussione in Provincia il bilancio di previsione per l’anno 2014. Nella totale incertezza attorno alle sorti di questo ente la giunta Nava presenta il piano finanziario per l’anno in arrivo che nelle cifre non si discosta molto da quello del 2013. Interessate strade, scuole, lavoro, trasporti e servizi.

La particolare condizione di riduzione dei trasferimenti statali ha imposto la necessità di limitare notevolmente le spese, intaccando anche i servizi quali lo sgombero neve, garantito solo per la stagione invernale in corso, il riscaldamento degli edifici provinciali comprese le scuole, garantito fino al settembre 2014, le convenzioni per i servizi alla persona e socio-assistenziali, coperte fino alla fine dell’anno scolastico 2013/2014 salvo per il servizio di assistenza ai disabili sensoriali garantito per tutto il 2014.

Condizionato dall’approvazione del bilancio anche l’investimento ritenuto strategico per la variante alla ex SS639-Lecco/Bergamo.

Ecco le parole dell’assessore competente Ennio Fumagalli:

fumagalli ennioQuesto è l’ultimo bilancio di questa Amministrazione ma potrebbe essere anche l’ultimo bilancio della Provincia di Lecco nata, dopo anni di battaglie e iniziative, nel 1995.
Infatti il 2014 rischia di essere non solo l’ultimo anno del mandato amministrativo del Presidente Nava e del Consiglio provinciale eletti direttamente e liberamente da tutti i cittadini e le cittadine del nostro territorio nel 2009, ma potrebbe anche essere l’ultimo anno di vita di una Istituzione prevista dalla Costituzione e che aveva una diretta legittimazione democratica.
Infatti sono all’esame del parlamento sia un disegno di legge costituzionale che abolisce la parola
Provincia dalla Costituzione, sia un disegno di legge ordinario che tende a trasformare la Provincia in un Ente di secondo grado eletto indirettamente dai Sindaci e svuotato di tante sue funzioni. E tutto questo avviene in un clima di assoluta incertezza, che continua da oltre due anni e che ha come
obiettivo quello di eliminare le Province elette a “capro espiatorio” da dare in pasto all’opinione pubblica, con gran risonanza sui giornali e media, per dimostrare, senza paura di rendersi ridicoli, che l’abolizione dei nostri Enti è la via principale per abbattere i costi della politica. E’ facile capire come tutto questo rende estremamente difficile il lavoro degli amministratori e dei dipendenti.
[…]
L’ente ha subito dal 2009 al 2013 un taglio dei trasferimenti erariali pari a 10.735.000 €, una cifra enorme che supera il 25% delle spese correnti complessive dell’ente e in pratica annulla le risorse per finanziare le spese effettivamente discrezionali.
L’altro vincolo che influenza in materia decisiva la programmazione, specie la parte investimenti, è il patto di stabilità che è arrivato ad impedire ormai dal 2013, e quindi anche nel 2014, qualsiasi nuova opera non finanziata negli anni precedenti.
[…]
Nel triennio 2014/2016 sono prevedibili pochissimi investimenti in bilancio e solo grazie a trasferimenti di altri enti. Tra questi ricordo in particolare i contributi previsti del Settore a favore di imprese agricole per calamità naturali, i contributi per le strutture scolastiche finanziate con i fondi dei frontalieri trasferiti dalla Regione e i contributi alle aziende di trasporto per il rinnovo dei loro mezzi.
La speranza espressa lo scorso anno dal precedente assessore al bilancio, che il bilancio 2013 fosse “un brutto sogno” o un’eccezione irripetibile non si è avverata. Nel 2014 i problemi per la nostra Provincia sono rimasti tutti e si sono aggravati. Deve essere tuttavia chiaro che qualsiasi ente che sarà chiamato a sostituire le Provincie nelle loro funzioni non potrà avere nessuna prospettiva e si troverà a non avere neppure le risorse per gestire l’ordinaria amministrazione. Non esiste alternativa, per evitare la fine di questi Enti e dei servizi pubblici, ad una profonda modifica a livello legislativo dei vincoli alla spesa (patto di stabilità) del tutto incoerenti con le esigenze del nostro territorio.

Cesare Canepari