DRAMMA ALLA MARATONA,
SALVI I LECCHESI.
“FORTUNA CHE CORRIAMO VELOCI”

boston maratona feritiBOSTON (USA) – Sani e salvi i sette maratoneti della pattuglia formata da lecchesi e residenti a Pusiano che hanno partecipato alla tragica competizione bostoniana. Nessuno di loro è rimasto ferito, così anche chi li accompagnava in quella che è considerata la seconda maratona mondiale, dietro a quella di New York.

“Ci è andata bene che ancora sappiamo correre veloce”. Il giorno dopo le esplosioni di Boston Angelo Malighetti è sollevato. “Se solo ci avessimo messo una mezz’ora in più – continua l’atleta –, non so cosa sarebbe successo a mia moglie, a quella di Ruggero e alle loro due figlie che sono qui con noi”. Malighetti è in Massachussets insieme alla moglie Michela Cantoni, il compagno di squadra Paolo Merzario, l’amico Ruggero Forni con la moglie Cristina Orlandi e le figlie Emma e Ester. A Boston c’è anche Gionata Porcu, 38 anni di Colico, che ha partecipato alla gara (senza però riuscire a finirla) ma non faceva parte del gruppo.

“Le nostre famiglie erano dall’altra parte di Boylston Street, di fronte al punto in cui c’è stata la seconda esplosione” ci racconta Ruggero. “Le bombe sono scoppiate quando arrivavano gli atleti che hanno fatto registrare tempi intorno alle quattro ore – dice l’ingegnere di Pusiano –. A quel punto noi avevamo già lasciato la zona di gara: per fortuna, perché deve essere stato un gran brutto momento”. La comitiva è rimasta in hotel fino al tardo pomeriggio. “Tutta la strada è stata transennata – continua -, le ambulanze andavano e venivano di continuo e un mare di polizia e militari in assetto di guerra hanno sorvegliato la zona”. In serata il gruppo avrebbe dovuto assistere a un incontro dei Boston Celtic, ma il match è stato ovviamente cancellato. “Ora siamo dall’altra parte della città – dicono – ma comunque a Boston non si respira un clima di terrore”.

Nella foto, da sinistra Paolo Merzario, Angelo Malighetti, Ruggero Forni e Luigi Valsecchi

boston 4 lecchesi