‘DRUG VALLEY’, DA TESTIMONI A INDAGATI: VERSIONI CAMBIATE PER PAURA?

LECCO – Avrebbero dichiarato di aver subito minacce alcuni valsassinesi durante le indagini – e le loro dichiarazioni in aula, differenti dalla precedenti, sono state acquisite dalla Procura.

La posizione di sei testimoni, tutti valsassinesi, nel processo che vede imputato l’albanese, S.B., detto Miri, con l’accusa di spaccio in Valsassina nell’operazione “Drug Valley”, è ora al vaglio delle Procura per presunta falsa testimonianza. Erano stati chiamati a deporre nel processo, e hanno chiesto un divisorio per non essere riconoscibili dall’imputato, poi avrebbero ritrattato le dichiarazioni rese in sede di indagini preliminari e quelle in aula. La Procura ha aperto un fascicolo di indagine per falsa testimonianza, come detto in aula oggi dalla PM Chiara Stoppioni.

Quest’oggi in aula, su richiesta della stessa PM sono state riprodotte le registrazioni delle dichiarazioni rese

Avevano raccontato come avveniva l’acquisto di cocaina, 40-50 euro a dose, in locali, bar, ma anche per strada. Giovani che venivano avvicinati dalla gang con a capo “Miri”, che di mese in mese ampliava la sua sfera d’attività e il relativo business in Valsassina.

L’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Lecco aveva smantellato il giuro di spaccio tra Cremeno, Moggio, Barzio e Cassina. In tre hanno chiuso  il conto con la giustizia in sede di udienza preliminare e oggi è arrivato il colpo di scena, con sei valsassinesi su cui pende la falsa testimonianza.

Red.Giu