ECONOMIA/UNIONCAMERE
CRESCE L’EXPORT LECCHESE
E LA QUOTA DEI PICCOLI

camera commercioLECCO – L’Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Commercio di Lecco ha elaborato i dati di una recente indagine realizzata da Unioncamere Lombardia in materia di export, rilevando valori positivi e in crescita riferiti al territorio lecchese. Gli operatori con l’estero della nostra provincia attivi a fine 2014 erano quasi 2.400 a fronte degli oltre 61.600 operatori con l’estero lombardi, che erano il 29,1% di quelli italiani (oltre 212.000). Rispetto al 2008 il loro numero è cresciuto in misura quasi uguale a Lecco (+13,3%) e in Lombardia (+13,1%); più contenuto l’aumento a livello nazionale: +3,1%.

“La Camera di Lecco è da sempre impegnata nel sostegno all’internazionalizzazione delle MPMI locali, da quelle dei Distretti meccanico, tessile, di Premana, della nautica, della riabilitazione alle aziende del commercio e del turismo, non dimenticando le eccellenze ‘di nicchia’ dell’agroalimentare”, commenta il Presidente Vico Valassi. “Per questo anche nella programmazione camerale 2016 – nonostante il ‘taglio’ delle entrate da Diritto annuale (-40% rispetto al 2014) – proseguiranno le azioni, i servizi e le iniziative per accompagnare le stesse verso mercati esteri promettenti, mettendo a sistema quanto realizzato dal territorio per EXPO 2015, a partire dai gruppi di lavoro nati nei Laboratori del progetto ‘EcoSmartLand’ ”.

Il 57,3% degli operatori con l’estero lecchesi ha esportato merci per un valore inferiore a 75.000 euro: quota cresciuta di oltre 2 punti percentuali rispetto al 2008. Viceversa, il “peso” dei “grandi esportatori” (con oltre 2,5 milioni di euro di merci esportate) è sceso dal 12,8% al 10,5%. Nonostante ciò, la percentuale dei “grandi esportatori” rimane superiore sia al dato lombardo (8,8%) che nazionale (7,8%).

L’export totale lecchese nel 2014 è stato pari a 3,7 miliardi di euro (il 3,4% di quello regionale e lo 0,9% di quello nazionale): +0,5% rispetto al 2008 (contro il +5,3% lombardo e il +7,9% italiano).
La quota movimentata da “piccoli esportatori” lecchesi cresce più che in Lombardia e in Italia (+12,5% le imprese con volumi fino a 75.000 euro, +26,2% quelle della fascia tra 75.000 e 250.000 euro), mentre cala la quota export dei “grandi esportatori”: Lecco -1,4%; Lombardia +3,9%; media nazionale +7,5%.

A fine 2013 , le imprese esportatrici lecchesi erano 1.574: il 63% dei nostri operatori con l’estero; la media lombarda si attesta al 69,3%, pari a 42.769 unità. La loro crescita rispetto al 2008 si è attestata all’11,8% (meno della media regionale +13,1%, ma più di quella nazionale +0,3%.

Il 54,2% delle imprese esportatrici lecchesi ha fino a 10 addetti, ma la quota di quelle oltre i 50 – pari al 10,7% – è la terza in Lombardia dietro Mantova e Bergamo, nonostante il loro numero sia in calo rispetto al 2008 (-14,1% per quelle nella fascia da 50 a 249 addetti e -5,9% per quelle oltre i 250 addetti).

I grafici 4 e 5 dell’allegato statistico evidenziano come il calo dell’export tra il 2008 e il 2013 delle imprese lecchesi di grosse dimensioni (-2,9%) sia il frutto di due andamenti divergenti: una lieve crescita delle aziende esportatrici fino a 249 addetti (+1,7%) e un calo di quelle oltre tale soglia (-9,7%). Nonostante questo calo complessivo, le imprese lecchesi di grandi dimensioni continuano a realizzare più del 75% delle esportazioni complessive della nostra provincia , mentre la media regionale si attesta al 70%.

I tre settori con il maggior numero di imprese lecchesi esportatrici sono: “metalmeccanico/metallurgia”; “fabbricazione di macchinari ed apparecchiature”; “tessile”. In questi tre comparti, a fine 2013, operava il 40,5% delle aziende esportatrici locali, che rappresentavano oltre il 70% dell’export complessivo4 e occupavano il 55,2% del totale degli addetti . Il numero delle ditte esportatrici attive in questi settori è cresciuto del 2,4% rispetto al 2008 (calano solo quelle del “tessile”, -17,6%, pari a 7 unità in meno), mentre gli addetti sono diminuiti del 6,4% (in particolare il “tessile”, -29,6%, ovvero circa 900 lavoratori in meno). L’export complessivo di questi tre settori è calato del 4,7% (è sempre il “tessile” a registrare la variazione più negativa, -29%, mentre sono aumentate le esportazioni della “fabbricazione di macchinari e apparecchiature”, +17% , oltre 100 milioni di euro in più).

QUI L’INTERO DOCUMENTO