EDITORIALE/’NUOVA’ PROVINCIA,
PD NEL GUADO: CON LA SINISTRA
OPPURE “RISCHIARE” L’NCD?

La bastonata l’ha presa, il Partito Democratico di Lecco. E seria. Una sberla che vale tre consiglieri su otto lasciati giù dopo due anni, come dire un clamoroso -37,5%. Roba da dimissioni, se non di massa almeno di alcuni, come minimo da “riflessioni” – quelle subito chieste dai Giovani Democratici locali che hanno fotografato impietosamente gli errori dei vertici Dem di queste parti. Ad iniziare dall’assenza di lavoro “di base”, quello stesso che invece le destre sparse hanno fatto, acquisendo così i numeri sufficienti a portare via due dei tre seggi dilapidati dall’ex partitone. Il terzo, è quello preso da una parte della sinistra (a sua volta, guarda che novità, frammentata).

Ed ecco che, perduta la maggioranza assoluta, i resti del PD che con Polano arrivano a sei voti su 13, se la devono vedere con una inattesa novità: la necessità di allearsi. Con chi? Natura vorrebbe che la stampella la fornisse il consigliere di Libertà è partecipazione Sergio Brambilla il quale però ha un “problemino” non da poco; su temi rilevantissimi in materia ambientale tipo l’acqua pubblica la vede in modo diametralmente opposto al management piddino che spadroneggia da anni sull’asse Lecco-Valmadrera. Dite che lo stesso Brambilla ha partecipato al governo della Provincia prima di queste elezioni? Certo. Ma allora il suo voto non aveva il valore qualitativamente decisivo di oggi. Adesso la sinistra ecologista ha la briscola in mano e siccome non sembra proprio che Brivio e soci abbiano tanta voglia di fare marcia indietro su questioni come la governance del sistema idrico, coerenza vorrebbe che quella stampella – come già preannunciato dall’area politica in questione – non ci fosse. O quantomeno che i detentori della suddetta briscola trattassero, con patti chiari (e “verdi”) per un’amicizia lunga. Quanto il mandato di questo consiglio provinciale che, nonostante l’appeal quasi azzerato, chissà perché pare contare eccome. Non si spiegherebbero, diversamente, le grandi manovre pre elettorali, la caccia al singolo consigliere comunale anche del paesello più sperduto e anonimo, l’esultanza dei vincitori e il tentativo di nascondere l’evidenza della sconfitta dei perdenti. Tutto l’armamentario delle elezioni per cose serie, insomma.

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E allora, posto che anche il depotenziatissimo consiglio lecchese ha il suo valore, chi e come lo governerà? Se non si sostanziasse l’alleanza tra Pd e sinistra (comunque debole, appena sei su 12 più il voto di Polano, il minimo per stare in piedi ma senza chances di salvezza in caso di malattie, impegni e così via), si aprono scenari diversi ma accomunati tutti dalla difficoltà politica.

Il più probabile (o almeno possibile, sulla carta): inciucione Pd-Ncd. Di esperimenti del genere son piene le assemblee, dal Governo nazionale che ancora vede il pur trasferito ministro Alfano fianco a fianco con i Democratici fino alla piccola ma significativa in quanto locale Comunità Montana di Valsassina e Lago, dove una “grande coalizione” mette insieme il presidente Signorelli, vicino alle posizioni del gruppo Nava-Piazza-Pasquini e il suo vice Agostoni, plenipotenziario Pd nel territorio. Inciucio possibilissimo dunque. Ma soggetto ad eventuali bombardamenti continui specie dalla Lega e almeno per un anno (fino ad elezioni regionali). A proposito, come la mettiamo proprio con la Regione? Lì Nava ha un sottosegretariato ‘benedetto’ da Maroni, ma già qualche scricchiolio nei rapporti si è evidenziato, quando dai vertici di Palazzo Lombardia si è scatenato l’inferno contro il progetto di accoglienza diffusa, affidato proprio alla Comunità Montana di Signorelli-Agostoni. Un anno sotto il tiro del Carroccio, che in Flavio Nogara ha un violentissimo critico nei confronti del centrodestra ‘atipico’ degli stessi Ncd/Area Popolare, sarebbe difficile da sostenere. Per questo, appare più probabile un tentativo di “Grossissime koalition” – neologismo orribile ma che spiega bene il senso di un’idea potenziale quanto utopica: quella di mettere tutti ma proprio tutti insieme, nell’assemblea della Provincia. Però appunto, vedere associati Lega e Ncd è impresa ardua, quanto sentire qualcosa di sinistra dal Pd di oggi. Quasi impossibile.

E già girano ipotesi fantasiose ma non troppo, a partire da quella delle dimissioni di Polano passando per l’ancora più improbabile accordo tra Lega e Pd. La realtà è che ad oggi le uniche stampelle possibile sono quella di Brambilla e l’eventuale sostegno dei tre consiglieri di area Ncd.

La palla passa, ovvio, al partito di maggioranza (ormai solo relativa).

Bello, oggi, non trovarsi negli scomodi panni dei vertici Pd di Lecco.

LcN

 

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