EDITORIALE/QUEI ”GONFIABILI DELLA CULTURA” E LE SCELTE POLITICHE SUI LIBRI

LECCO – Ma è culturalmente serio agitare specchietti per allodole? Se proprio festa deve essere che festa sia ma perché portare i gonfiabili? Giovedì, infatti, è andata in scena in via Bovara a Lecco la rappresentazione dei gonfiabili della cultura.

Sono stati consegnati in pompa magna con un parterre di giornalisti, fotografi, uomini di scienza, di politica e di bottega, 600 nuovi libri alla Biblioteca civica Uberto Pozzoli frutto della Campagna cittadina “100 euro per la Cultura”. Intrinsecamente nata per il venir meno del proprio ruolo Istituzionale del Comune di alimentare la sua Biblioteca.

Il Comune dichiara – tuttora (basta sentire l’assessore Tavola) di non poter spendere soldi per i vincoli del patto di stabilità ma, invece, ha preferito destinarli a magliette, spray al peperoncino, sponsorizzazioni ad associazioni amiche, bike sharing che nessuno usa e altre cento amenità, ma non un euro per la Biblioteca.

L’iniziativa super pubblicizzata partita un mese fa da un editoriale di un quotidiano aveva l’obiettivo, dichiarato, di raccogliere, appunto in 30 giorni un mese, 50.000 euro, da 500 benefattori, attraverso il sostegno delle 5 librerie della città.

Oggi, dopo un mese, tutta la stampa esalta il risultato e il traguardo raggiunto dimenticandosi (volontariamente?) di dire ai lettori che il traguardo non era per nulla quello pubblicizzato oggi di 600 libri frutto dei 10.000 euro raccolti.

Un colossale flop!

Flop che dovrebbe far riflettere e interrogare invece, alla faccia della cultura della serietà e della correttezza, svolazzano bugie. E’ culturalmente serio agitare specchietti per allodole? E’ così umiliante dire che molto meno, non di 500 ma addirittura di 100 persone hanno aderito all’iniziativa seppur tanto strombazzata?

E’ culturalmente serio dire che è stato un successo quando si son convinte meno del 20% delle persone che ci si prefiggeva?

Dieci giorni fa abbiamo contattato le cinque librerie aderenti per avere un polso diretto dell’iniziativa. Ebbene, le risposte sono state eloquenti.

Mondolibri aveva avuto “1 sola sottoscrizione”, la Buona Stampa della Parrocchia “meno di 5 ma tra queste quella di una bimba e del suo papà”, la centrale Ibs Cavour “4/5 o non di più”, la Libreria Cattaneo “una quindicina circa tra cui quella del Presidente dell’Amministrazione provinciale Daniele Nava che ne ha sottoscritte, come promesso pubblicamente, 10”, infine “quasi un centinaio, finora” (sebbene poi alla fine siano risultate meno) nella Libreria Einaudi di Bruno Biagi di Via Bovara.

Questo non significa che bisogna festeggiare il flop, che in fondo un poco dispiace, è che bisogna essere culturalmente onesti.

Prima della mancanza di soldi, bisogna analizzare lo spreco degli stessi. Ed invece no. Silenzio e solo buonismo da finti mecenati. La carenza di libri alla biblioteca non era, non è, involontaria, ma una scelta politica. Il non ammetterlo e tacerlo, come si è fatto, è stata una presa in giro verso tutti i cittadini, soprattutto quelli a cui si chiedevano soldi e glielo si spacciava come un loro dovere civico.

Per la Cultura vanno formati cittadini (e amministratori), non sportelli bancomat umani.