Le voci ormai si fanno sempre più fitte. I “si dice” si sono trasformati in tessere. I segnali sono disseminati qui e là. Proviamo quindi a tirare le somme, anticipando come sempre da qualche anno ormai, ciò che succederà nella politica locale: sembra che Giuseppe Mambretti, per tutti Beppe, stia per tornare a casa, tra quei Fratelli d’Italia che dell’MSI sono la turbo evoluzione, assumendo la conduzione del partito meloniano nella città di Lecco.
Ecchisenefrega, direte. Non a torto, aggiungiamo noi, poiché queste pinzillacchere sono roba per una decina di addetti ai lavori in tutta la provincia, sempre molto attenti a osservarsi l’ombelico anziché guardare la nave che attorno a loro affonda. Tuttavia la cosa ci sembra degna di nota, in vista delle elezioni comunali lecchesi.
Beppe, animo “schioppettante” della politica nostrana, ha davvero passato tutte le caselle prima di tornare al “via”: MSI, AN, Forza Italia, Circoli della Brambilla, PDL, NCD di Alfano, Lombardia Popolare di Lupi, Parisi, Forza Italia ancora, Cambiamo di Toti, Italia Viva di Renzi. Non vorremmo aver dimenticato qualche passaggio dell’arco costituzionale, e molte sigle saranno ai più sconosciute. Ma ciò che realmente conta è che Beppe, dopo il brusco abbandono del “gruppo Piazza” che pure lo aveva accudito per anni, ha pellegrinato a lungo in questi ultimi anni, inondando Facebook di post spesso aggressivi e livorosi – alternati a immagini di bei bimbi africani da lui aiutati – che tradivano una certa inquietudine.
E dando vita a un “Cantiere” di sodali e amici che non è chiaro cosa abbiano in testa di costruire ma è certo che sono disposti a seguirlo ciecamente. Così, dopo la brutta avventura a sostegno di Letizia Moratti, lascia Italia Viva di Antonio Rusconi (che lo nascondeva nelle foto), tentando un re-ingresso in Forza Italia col suo gruppetto. Ma qui trova la porta più che sbarrata: tra gli azzurri lo conoscono tutti, e non lo reputano adatto ai ruoli di vertice che intende ricoprire. Roberto Gagliardi, più sveglio di come lo si dipinge, lo mette all’uscio, e Beppe la prende come lesa maestà (poiché lui la politica la fa e mastica da sempre). Apriti cielo. L’inquietudine si fa rabbia quando Angela Fortino va a ricoprire il ruolo di segretaria cittadina forzista, il desiderata di Beppe.
I post sui social si surriscaldano di battute fulminanti, tipo “Merkel della Giazzera”, quei guizzi in cui il Mambretti è genio feroce.
Da qui, viste chiuse tutte le opzioni, ecco il ritorno al primo amore: Fratelli d’Italia. A condurre le operazioni Giacomo Zamperini, notaio della decisone Lallo Negri. Non è dato sapere cosa ne pensino gli altri, a partire da Filippo Boscagli che si ritroverà suo sottoposto, o ai tanti che sperano in ruoli e riconoscimenti, certi che Beppe qualche spazio lo vorrà occupare dopo aver lavorato sui processi.
Di sicuro, non sarà una mossa che distenderà i rapporti nella coalizione di centrodestra in vista delle elezioni. Beppe ha sparato ad alzo zero contro Gagliardi, Butti, Salvini, Lega e via elencando. Non escluderemmo che, se non cancella con attenzione Facebook, si potrebbe trovare anche qualcosa contro la Meloni nella fase in cui era renziano. Di certo contro Regione e Fontana, così come contro Alessio Butti. Pochissima energia e attenzione, al contrario, dedicate a quello che dovrebbe essere l’avversario naturale, il centrosinistra. Ora, se l’operazione andrà in porto, non sarà facile ritrovarselo al tavolo della coalizione dopo tutto ciò che ha detto e scritto.
Ma c’è un ma…
Forse anche questo ingresso si deve leggere nella strategia di FdI di lasciare Gattinoni al suo posto, scongiurando che l’altro Mauro (Piazza) diventi primo cittadino di Lecco.
Gli indizi ormai assomigliano a piste, anzi, a prove: LineeLecco prima, l’accordo con il PD per Fasoli presidente della CMLO poi, passando per il sodalizio smaccato tra Zamperini e Roberto Castelli, ovvero l’arcinemico della Lega e di Salvini che ha già portato qualche leghista ad esclamare “a questo punto andiamo da soli!”. E ora Mambretti, quasi a voler schiacciare ancora i calli agli alleati per portarli a una rottura.
Se l’intento è perdere, come vi anticipiamo da un anno tra l’incredulità generale, gli ingredienti ci sono tutti. E abbondanti. Ma le portate del banchetto non saranno di festa per il centrodestra lecchese.
L’operazione “Nerone” può avere inizio.
ElleCiEnne