EX SUOCERO A PROCESSO.
“CI DICEVA: VI UCCIDO TUTTI…”

GIUSTIZIA LOGOGALBIATE – Un rapporto travagliato, a tratti violento a cui una delle due parti ad un certo momento ha messo un punto. Questa l’origine del processo penale giunto questa mattina davanti al giudice Enrico Manzi.

L’imputato è il padre dell’uomo, lasciato dalla fidanzata dopo sei anni di convivenza, connotata da episodi violenti come racconta direttamente la ragazza: “È capitato che il mio ex mi mettesse le mani al collo, una volta mi ha anche lanciato un coltello, così ho deciso di lasciarlo e sono tornata a vivere con la mia famiglia nella nostra villetta di Galbiate”.

La separazione ha però scatenato le ire sia dell’allora fidanzato sia del padre di questi che si sono così presentati dalla famiglia della donna. “Mi trovavo in giardino quando sono arrivati – racconta la madre – e subito hanno cominciato a gridare e a insultarci. Dicevano che mia figlia era scappata come una ladra, quando in realtà si è portata con sé solo la propria auto, la gatta, le tessere per la raccolta punti della spesa e un album di fotografie”.

A raggiungere la signora nel giardino anche il padre e il fratello della ragazza a cui sono andate le minacce dell’uomo che oggi si trova imputato proprio per questo. “Il padre del ragazzo gridava: ‘Ti metto una bomba sotto la macchina’, ‘Ti uccido il gatto’, ‘Ti strozzo’, e ancora, ‘Io ve la faccio pagare, vi brucio la casa, se vi trovo in giro vi uccido tutti’. Alla fine abbiamo chiamato il 112 per farli allontanare” conclude la ragazza.

La madre sottolinea che “dopo questo episodio mia figlia ha comunque voluto dare una seconda possibilità al suo ex, perché in fondo gli voleva bene, ed è tornata con lui. Fino all’estate successiva quando mio marito è stato colpito da un’improvvisa malattia e lei non se l’è sentita di andare in vacanza con il fidanzato. Questo ha scatenato una sua reazione, lei è finita al pronto soccorso e quando l’abbiamo raggiunta ci ha detto di essere sopravvissuta per miracolo”.

Dopo quest’ultima vicenda i rapporti si sono interrotti del tutto e lui è stato condannato ad un periodo di reclusione di tre mesi, seguito dagli arresti domiciliari.

M. V.