I DATI SULL’ECONOMIA LECCHESE:
BENE OCCUPATI ED EXPORT
MA RESTA IL PROBLEMA GIOVANILE

lavoro job bussolaLECCO – Bilancio in chiaroscuro per quanto riguarda lo stato dell’arte dell’economia lecchese: sono infatti contrastanti i dati pubblicati sul rapporto annuale dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro realizzato dal Gruppo Clas in collaborazione con Camera di commercio di Lecco, Amministrazione provinciale e Network occupazione.

Da un lato infatti il 2016 ha confermato l’andamento positivo dell’annata precedente con la crescita di ordinativi, livelli di produzione, export e occupazione. La popolazione attiva ha fatto registrare una crescita dell’1,7% rispetto al 2015, quelle occupata del 2% circa e il tasso di disoccupazione è sceso sotto la soglia del 6%, attestandosi al 5,8% ovvero meno della metà della media nazionale.

Ottimismo e cautela al tempo stesso nelle parole di Gianni Menicatti del gruppo Clas: “La ripresa può considerarsi in atto, ma nella consapevolezza che il recupero e il ritorno alla realtà precedente alla crisi, non sono ancora completamente avvenuto e per alcuni aspetti sono distanti”. A sostegno della tesi arrivano alcuni dati citati dal presidente della Camera di Commercio Daniele Riva: “Dal 2008 al 2016 il numero di persone in cerca di occupazione è diminuito di 400 unità. Mentre con oltre 150mila occupati, settemila in più nell’ultimo triennio, i livelli occupazionali superano quelli del 2009 e la perdita dal 2008, anno di inizio della crisi, si riduce a poco meno di mille unità».

Nella direzione opposta vanno le statistiche riguardanti l’utilizzo della cassa integrazione, con un numero di ore più che raddoppiato rispetto al 2015, e la complessa situazione dell’occupazione giovanile, con il numero dei giovani laureati che è ancora decisamente superiore rispetto alla domanda e porta molti a trovare lavoro nell’area del Milanese. Venute meno le agevolazioni alle imprese, inoltre, la percentuale di inserimento nel mondo del lavoro con un contratto a tempo indeterminato è scesa al 21%, con un decremento netto di sette punti percentuali. Buone notizie invece dal lavoro femminile: in aumento (+4,6%) l’occupazione in rosa.