I VOLTI DELLA IRONFLY:
INTERVISTA AI PROTAGONISTI
DELLA MARATONA DEI CIELI

salewa ironfly premiazioneSUELLO – Siamo alla serata conclusiva della Salewa Ironfly: tutti gli atleti sono arrivati alla fine. Il clima è sereno, fa caldo, si beve una birra e si chiacchiera. La competizione ha percorso un anello vastissimo: partiti da Lecco sabato scorso, i partecipanti sono arrivati a piedi in cima al Cornizzolo, prima postazione di decollo. Da qui, per i sette giorni successivi, hanno alternato il volo alla corsa e alla camminata in montagna, sorvolando il lago maggiore fino a Macugnaga, sotto il Monte Rosa, per poi volare fino a Bormio, al passo della Presolana e infine atterrare a Suello.

Christian Maurer (1)Christian Maurer è il primo classificato di questa corsa tra cieli e montagne, già campione della Red Bull X-Alps. Ha cominciato nel 1998 e non ha mai abbandonato il volo, diventando professionista di parapendio. Una gara che combina volo e camminata richiede una preparazione fisica notevole, anche per un veterano: “Trekking, corsa con o senza vela, mountain bike e lo sci sono parte dell’allenamento. Poi c’è il potenziamento in palestra. Bisogna essere preparati a correre quando il tempo è brutto”. Si deve essere preparati su molti versanti, anche quello della tecnica.

“Prima di partire si conoscono più o meno le variabili aeree della zona – racconta Maurer – ma alla fine bisogna farsi un’idea del tempo, trovare la soluzione migliore in base alle condizioni atmosferiche”. Maurer ha una grandissima motivazione e conta sulla capacità di volare a lungo – il suo record sono 11 ore consecutive in aria – e sul suo team. Lo staff segue l’atleta con un van, che fa anche da rifugio per la notte, trasporta cibo, vestiti puliti ed è un valido supporto logistico: “Bisogna calcolare la rotta e mentre sono in gara c’è davvero poco tempo: il team mi aiuta a trovare la strada più veloce per la tappa successiva”.

Volare è per Maurer una sensazione di libertà, ma in una gara come questa la concentrazione è altissima: “Ogni metro che puoi volare, è uno in meno a piedi: e vuoi davvero volare lontano!”.

SALEWA IRONFLY Maurer in Suello

Le condizioni atmosferiche possono variare molto velocemente, quindi servono intuito e concentrazione. “Ci si trova davanti a molte possibilità di rotta in uno stesso momento – continua Maurer – ma qualche minuto in più di riflessione può portare alla scelta migliore”. Questa settimana il tempo è stato abbastanza inclemente con i gareggianti: “Erano condizioni interessanti, ma non eccellenti per volare: troppe nuvole e pioggia, che può rendere non solo difficile, ma anche pericoloso il volo”. Si può volare con la pioggia, ma i rischi sono alti se ci si trova in mezzo a una tempesta, dove i venti sono forti e potenti: “Bisogna analizzare la situazione e prendere una decisione prima che sia pericoloso”. Molte possono essere le difficoltà: raggiungere la quota necessaria per trovare i giusti venti o attraversare una regione molto boscosa, dove è complicato atterrare.

Giovanni Gallizia (1)Attraversando anche a piedi un territorio così vasto capita di incontrare altre persone in montagna, o essere ospitati nelle case della gente del posto, che offre riparo al van durante una notte di pioggia, o come è accaduto al Mortirolo a Giovanni Gallizia, atterrare nel cortile di una coppia di anziani signori che preparano un panino con lo speck e un caffè corretto. Giovanni Gallizia pratica parapendio da quasi tre anni e mezzo, ma si è già classificato sesto, al primo posto tra gli italiani in gara. “Ho incontrato moltissime persone durante la gara, abbiamo condiviso insieme alcuni pezzi di strada”, dice Gallizia.
Spesso ci si ritrova ad essere da soli, però “a volte il team non può essere immediatamente sul posto: capita di saltare delle valli o di atterrare lontano dalla strada”. Ogni pilota porta un equipaggiamento leggero, ma che consente buone performance: “L’attrezzatura pesa circa otto chili, tra selletta, vela e casco. Sono elementi irrinunciabili: o tu porti loro, o loro portano te”, scherza Giovanni.

Avere l’attrezzatura corretta, la preparazione fisica e le conoscenze tecniche sono elementi essenziali; le correnti d’aria, non si vedono, ma si possono percepire: “Il parapendio è un mezzo che va relativamente piano – spiega Gallizia – alcuni venti, quelli di valle, spesso seguono un corso tipico. L’aria, poi, crea delle correnti: bisogna percepirle, trovare il percorso giusto”.

Lucrezia Lozza