“IL CAPITANO L’È FERITO”.
STORIA DEGLI OSPEDALI MILITARI
RACCONTATA DA FACCINETTO

angelo faccinettoLECCO – Presentato al pubblico lecchese, accolto nella sala conferenze del Palazzo delle paure, il nuovo libro di Angelo Faccinetto intitolato Il capitano l’è ferito. Appunti per una storia degli ospedali militari a Lecco, promosso dalla sezione locale dell’Associazione mutilati e invalidi di guerra, perché “è fondamentale tramandare la memoria di quello che è stato in quei luoghi – gli ospedali militari – insieme di dolore e speranza” come si legge nella prefazione, dettata dal reduce Giusppe Faccinetto al figlio Angelo poco prima di morire.

Un libro non semplice, sottolinea Lucia Ronchetti, direttrice dell’Archivio di stato di Como, “È stato un lavoro difficile perché non esistono archivi degli ospedali militari. Quando abbiamo avuto la richiesta di documentazione da parte di Faccinetto abbiamo iniziato a cercare notizie da altre fonti, come gli istituti che potrebbero aver avuto corrispondenza con l’ospedale militare di Lecco. Questo testo è di per sé un grandissimo risultato per la sistematicità con cui fornisce informazioni ma è anche un buon punto di partenza per altre ricerche”.

“La mancanza di una tradizione erudita ha generato l’idea che Lecco fosse una città senza storia e il volume di Angelo Faccinetto contribuisce a colmare questa lacuna, è un volume scritto bene che abbina informazioni rigorose e precise con il modo di scrivere di un professionista” aggiunge Mauro Rossetto, direttore del sistema museale di Lecco. Un altro merito di questo lavoro, come evidenzia Mario Scazzoso, professore dell’Università Cattolica di Milano, “è quello di riscoprire un tema di nicchia com’è quello della sanità militare, mostrando come esso sia centrale nell’amministrazione delle forze armate”.

locandina capitano l'è ferito_angelo faccinetto_marzo2017Ad illustrare, a tappe, la storia ripercorsa nel libro è proprio l’autore: “Degli ospedali militari si è parlato sempre poco, anche quando avevano ruolo centrale.  Il termine ‘appunti’ che ho scelto per il sottotitolo rimarca che le ricerche, durate oltre due anni, non possono dirsi concluse, manca ad esempio il numero preciso e la provenienza dei soldati ricoverati, siamo di fronte ad una storia in divenire”.

Il testo fa un excursus della storia degli ospedali militari della nostra città dalle guerre di indipendenza fino alla Seconda guerra mondiale. “Durante la prima guerra di indipendenza l’ospedale civico di Lecco ha registrato 735 ricoveri, in un giorno solo sono stati accolti 80 militari, quando i letti riservati ai soldati erano solo 20. Infatti gli austriaci, dopo le cinque giornate di Milano, chiesero alla deputazione comunale di allestire un ospedale per soli militari e l’anno dopo è nato il primo ospedale militare, a Casa Morganti, vicino all’imbarcadero, che resterà allestito fino al 1851” racconta Faccinetto.

“Nel 1859 con la seconda guerra di indipendenza, si ripropone il problema, che viene risolto affiancando all’ospedale civico delle case particolari, case di cura private sparse sul territorio – prosegue l’autore –. Una caratteristica di costante di questa vicenda è la frizione tra apparato militare che pretende dall’amministrazione comunale il nosocomio per i propri soldati e quest’ultima che si oppone per la mancanza di risorse. Tra il 1915 e il 1917 Lecco diventa un centro di rilevante importanza strategica, in particolare dopo la disfatta di Caporetto quando la città è dichiarata zona di guerra e viene allestito l’ospedale militare di riserva alle scuole di via Ghislanzoni, dipendente direttamente dall’ospedale principale di Brescia”.

GIULIO BOSCAGLI_MARIO SCAZZOSO_LILIANA BACCARI_VIRGINIO BRIVIO_LAURA RONCHETTI_MAURO ROSSETTO_ANGELO FACCINETTO_il capitano l'è ferito_marzo2017“La vicenda più interessante – prosegue il giornalista – è quella relativa all’ospedale miliare del Caleotto in funzione tra 1942 e il 1947, istituito per curare le migliaia di soldati colpiti da congelamento durante la campagna di Russia. Dopo la caduta di Mussolini Milano è sottoposto a pesantissimi bombardamenti che colpiscono anche l’ospedale militare di piazza Bande Nere e i feriti vengono trasportati a Lecco, che diventa così nuovamente luogo nevralgico”.

“Questo libro entrerà ufficialmente a far parte delle celebrazioni per in centenario della Grande guerra” annuncia il prefetto Liliana Baccari, ringraziando per l’iniziativa l’Anmig di Lecco, rappresentata da Giulio Boscagli che sottolinea come “l’associazione sta cambiando pelle, dalla funzione di assistere i soci sta passando a quella di tenere viva la memoria di questo sacrificio, dando un taglio di tipo culturale al proprio operato e il lavoro di Angelo Faccinetto si inserisce in questo contesto”.

Manuela Valsecchi