IL CERVO UCCISE UN UOMO:
ORA E’ CACCIA IN AFRICA
MA ALLA PROPRIETARIA

tribunale lecco 11LECCO – La caccia a Olinka Koster ha raggiunto le coste africane. Oggi, lunedì 18 maggio, nel corso dell’udienza del processo che la vede imputata per omicidio colposo il giudice monocratico Salvatore Catalano non ha potuto far altro che rinviare al 13 luglio con la speranza che le ricerche portino al suo ritrovamento. Di lei si è persa, ormai, traccia da diverso tempo, troppo.

L’avvocato Paolo Giudici ha riferito di aver proseguito nelle sue indagini contattando le ambasciate italiane e olandese in Monzambico “però non ci sono ancora notizie certe – ha detto in aula –. Non risulta il decesso, ma questo non significa che non sia avvenuto. In ogni caso sto aspettando ancora una risposta”. Oltre a quella strada, le ricerche della donna proseguiranno anche a Maputo, capitale del paese africano, dove la donna aveva la residenza. L’avvocato Giudici ha, quindi, prodotto la corrispondenza mail con le ambasciate e ha chiesto il rinvio in attesa di una risposta definitiva da parte degli enti contattati.

Il pubblico ministero Mattia Mascaro ha chiesto la sospensione dei termini di prescrizione, mentre l’avvocato di parte civile Elisa Magnani si è rimessa alle decisioni del Giudice che ha optato per il rinvio. La vicenda era balzata agli onori della cronaca qualche anno fa: Olinka Koster, di origine olandese, nel 2010 gestiva un agriturismo a Valgreghentino, da cui è scappato il cervo Amilcare che ha ucciso Giovanni Panariti, 59 anni di Valgreghentino la notte dell’8 ottobre. La famiglia dell’uomo, ieri presente in aula e assistita dall’avvocato Elisa Magnani, vuole avere giustizia. Fin dal suo ritrovamento parenti e amici hanno avuto il sospetto che non poteva essere morto a causa di una caduta e le indagini delle forze dell’ordine hanno dato loro ragione.

In un primo momento le forze dell’ordine avevano considerato la morte dell’uomo accidentale, poi, però, il ritrovamento di un cervo, esemplare maschio, rinvenuto a Galbiate li ha spinti a proseguire su questa pista arrivando poi a capire che l’animale poteva essere, con ogni probabilità, quello fuggito da un agriturismo di Dozio, che è risultato in seguito avere sulle sue corna tracce ematiche compatibili con quelle dell’uomo.

E.P.