IL DIARIO DELLE VACANZE
DELLA SIGNORA GRIGNA: 17-
PANCIA VUOTA, PORTAFOGLI PURE

diario delle vacanzeLECCO – Le vacanze stanno per finire perciò è finalmente l’ora di premiarsi con un ristorante stellato. Ma anche in questo caso il destino riserva un finale amaro alla Signora Grigna.

 

DICIASSETTESIMO E PENULTIMO GIORNO

Quindi ci siamo, domani leviamo le tende ma lasciamo il calcare e la muffa nella doccia.
Ed è deciso pure che non sono fatta per i ristoranti e per gli hotel scelti con le nuove tecnologie. Tanto più se li sceglie mio marito.
Da quando ho scoperto che gli ultimi tre ristoranti e il nostro hotel han preso un attestato nel 2014 di almeno 4 su 5, ho cancellato l’applicazione di Tripadvisor dal mio cellulare e, soprattutto, da quello di mio marito che li trova come i topi il formaggio.

Per esempio, oggi che siamo andati ad un ristorante cool, di quelli da 80 euro a testa, bevande escluse, tutto curato, ricamato, servito pure a misura di ospite e imboscato in culo ai lupi, tipo le case sugli alberi, questo per chiudere degnamente ‘ste ferie e, da parte mia festeggiarle proprio perché finalmente finite, ti alzi da tavola con la chiara convinzione, non sensazione, c o n v i n z i o n e che non solo non hai mangiato nulla, tanto da sussurrare nemmeno troppo sussurrando al marito di muoversi a pagare così da poter trovare ancora forse una pizzeria aperta, ma appunto con la certezza che la cosa più naturale del menu è stata la cannuccia delle bibite della figliolanza, qualcosa vorrà pur dire, no?

Per farmi del male, attraendolo, ho poi voluto, nell’attesa del conto, quando di solito ci si alza per andare al cesso, andare a conoscere la cuoca. Ecco sarebbe stato meglio non conoscerla, ma così ho capito la similitudine con i cessi. Era meglio fosse per la cuoca, ma era per la cucina.

Quindi, anche per non pensare a quel pasto, al pomeriggio mi sono buttata, in una spesa compulsiva attratta da un manifesto rosso fuoco, ma veramente solo per non pensare più a quel pasto e a quel posto, e cosa fa mio marito che con evidenza era tornato in coma da sole come tutti i giorni precedenti, fatta salva la mezz’ora di dialogo al Gran Caffè Defilla del giorno prima con l’aitante chirurgo estetico, non arriva a dirmi quando poi lo raggiungo al parcheggio: “Ma scusa fantabosco, ti serve tutta questa roba che hai scelto?”
“No, ma che c’entra”.

Il brutto di quando torni dalle vacanze è che tornano anche gli altri.
Sapevatelo!

 

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