IL FASCINO INTRAMONTABILE
DEI LEGO RIESCE A RICHIAMARE 10MILA VISITATORI A ITLUG

lego itlug (1)LECCO – Altro che tablet e videogiochi, il fascino dei Lego è intramontabile. La fila interminabile per entrare a ItLug, la due giorni lecchese dedicata ai mattoncini più famosi del mondo, lo dimostra.

La manifestazione, di scena durante il fine settimana, al Politecnico di Lecco, ha avuto un grande riscontro: oltre 10mila i visitatori.

Grandi e piccini, intere famiglie hanno potuto osservare da vicino le opere d’arte costruite usando i lego da espositori italiani, tedeschi e svizzeri. 130 espositori e molte costruzioni originali da ammirare: lo Juventus stadium, il teatro alla Scala, due funivie funzionanti, la piazza centrale di Verona e il diorama comunitario, dove 25 associati hanno preparato le loro costruzioni a casa e le hanno assemblate qui. E poi un concorso dedicato ai piccoli creativi al quale hanno partecipato una settantina di bambini.

“C’è stata una grande partecipazione – ha sottolineato Marco Chiappa, uno degli organizzatori -, sia nella prima giornata con 36 ragazzini che da casa hanno portato la loro costruzione, sia domenica con 35 costruzioni”.

Nella giornata conclusiva sono stati premiati tutti con un attestato di partecipazione.

I primi tre classificati sono Francesca Fabri di Torino con il suo “Barba e capelli”, Lorenzo Lanzini di Cremona con “Assalto alla miniera” e terzo Andrea Fontanel di Merate con “La casa americana”. “Siamo soddisfatti della risposta delle persone – ha aggiunto Chiappa – e al di là del numero di visitatori siamo contenti del livello tecnico delle costruzioni, quest’anno davvero elevato. L’anno prossimo speriamo di tornare qui al Politecnico, che ci è sembrato il posto ideale”. Unico appunto dai tanti visitatori: “non c’era un bar o un ristorante aperti”.

Un messaggio non troppo indiretto ai commercianti lecchesi. Con tre manifestazioni di spessore come Itlug, la cerimonia di inaugurazione dei Campionati mondiali di frisbee e il thriatlon vedere la maggior parte delle saracinesche abbassate non è stato un gran biglietto da visita.

Elena Pescucci