LECCO – Venerdì 21 marzo, a 10 anni esatti dalla sua apertura, il Comune di Lecco ha voluto celebrare la prima decade di attività del servizio comunale “Il Giglio”, centro dedicato agli Over 60 della città che trova sede in un bene confiscato alla ‘ndrangheta.
A celebrare questo importante anniversario sono intervenuti il sindaco Mauro Gattinoni, il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, l’allora sindaco di Lecco Virginio Brivio, l’allora presidente del Consorzio Consolida Gabriele Marinoni, il coordinatore di Libera Lecco Alberto Bonacina e la coordinatrice de Il Giglio Beatrice Civillini.
“Dieci anni fa esatti – ha ricordato Gattinoni -, il 21 marzo del 2015, nel giorno dell’equinozio di primavera, un nuovo fiore sbocciava nella nostra città: l’ex pizzeria Giglio, confiscata alla ‘ndrangheta nel 1994, dopo oltre vent’anni di abbandono veniva finalmente restituita alla collettività. Da luogo dell’illegalità, questo spazio rinacque a centro sociale per gli anziani con il nome “Il Giglio”. Un risultato raggiunto grazie al lavoro corale costruito in sinergia da diversi enti: il Comune di Lecco con il sindaco Virginio Brivio e l’assessore ai Servizi sociali Ivano Donato, Consorzio Consolida con l’allora presidente Gabriele Marinoni, Fondazione Cariplo ai tempi rappresentata da Mario Romano Negri.
A quest’attività in rete, cui contribuirono Prefettura di Lecco e Ministero dell’Interno, si aggiunse la fondamentale spinta della società civile, in particolare dell’associazione LIBERA con la sua sezione locale guidata dal compianto Paolo Cereda, oggi Cittadino Benemerito della nostra Lecco.
Il Giglio in questa prima decade dalla sua nascita è stato due cose in una. Innanzitutto, un presidio sociale, un punto di riferimento preziosissimo per tantissimi Over 60 della nostra città e, di conseguenza, per le loro famiglie, dove poter sperimentare momenti di vita comunitaria. Parliamo di una modalità di invecchiamento attivo che vede gite e iniziative culturali, attività per il benessere della mente e del fisico, laboratori di alfabetizzazione informatica o linguistici che vedono i ragazzi di alcune scuole superiori insegnare ai “nonni” del centro, incontri intergenerazionali con le scuole dell’infanzia.
Un modello di grande successo, capace di contrastare la solitudine di tanti anziani e di creare contesti di vita quotidiana ricchi e stimolanti, che recentemente è stato esportato anche in altre zone della città, in particolare nel nuovo spazio di Labirinto Bonacina. In questo senso lasciatemi rivolgere un ringraziamento di cuore a tutti coloro che fanno vivere Il Giglio: dai volontari pensionati lecchesi alle operatrici comunali Katia Zucchi e Lavinia Ghezzi ma soprattutto a Beatrice Civillini, che è il cuore pulsante di questo spazio.
In secondo luogo, Il Giglio è stato ed è presidio di legalità, capace di affiancare alla cultura alla solidarietà l’impegno sociale. Qui arrivano gli studenti che partecipano ai “legalitour” promossi da LIBERA, qui vengono ospitati incontri di testimonianza con le realtà che quotidianamente sono attive nel contrasto alle mafie, qui si aprono le porte a chiunque voglia sapere cosa fosse questo luogo prima dell’arrivo de Il Giglio senza nascondere il proprio passato ma, al contrario, indicando con orgoglio il riscatto di questo angolo di città.
A ricordarci la necessità di un impegno reale e concreto qui, con il suo volto e la sua storia, c’è Emanuela Loi, prima donna a far parte di una scorta e prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio, a cui questo ex bene confiscato è stato dedicato. Emanuela Loi, membro della scorta di Paolo Borsellino, morì con il giudice nella strage di via D’Amelio.
E proprio oggi è il giorno in cui vi possiamo annunciare che il Comune di Lecco è risultato assegnatario di un altro bene confiscato alla criminalità organizzata: si tratta di un immobile nel rione di Olate che, sotto l’impulso dell’assessore al Welfare Emanuele Manzoni, verrà restituito alla città come alloggio per l’ospitalità temporanea di giovani studenti o lavoratori. Dopo Il Giglio, la pizzeria Fiore e l’appartamento di viale Adamello, un nuovo spazio della città sottratto all’illecito tornerà, dunque, a vivere.
In conclusione, a questo mio intervento desidero, però, ricordarvi che accanto alla mafia c’è un altro pericolo, più insidioso perché subdolo: la mafiosità.
Che cosa s’intende per mafiosità? Quella zona grigia che ognuno di noi rischia di incontrare nella vita di ogni giorno, quella mentalità che nasce da una cultura dell’indifferenza, della negazione o perfino della complicità, capace di condurre a comportamenti se non illegali di certo lontani dai principi dell’etica e del bene comune. “Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale”, diceva Giovanni Falcone, perché la mafiosità si annida nell’io che antepone i propri interessi a quelli del noi.
Per questo oggi, 21 marzo, Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, da questo ex bene confiscato alla ‘ndrangheta, rinnoviamo il nostro impegno di Istituzioni, enti, associazioni e semplici cittadini contro ogni forma di mafia e d’illegalità. Lo facciamo tramite gli organismi preposti, lo facciamo facendo sentire il nostro ringraziamento alle Forze dell’Ordine e alla magistratura e impegnandoci a denunciare, lo facciamo sostenendo le associazioni come LIBERA e Avviso Pubblico, lo facciamo a partire dai più giovani nelle scuole grazie al coordinamento del CPL – Centro Promozione Legalità di Lecco, all’Ufficio scolastico territoriale e all’impegno in prima persona di tanti insegnanti. E, soprattutto, siamo chiamati a farlo con le nostre scelte di vita quotidiana, consapevoli che oggi la mafia è forte ma che insieme noi siamo più forti. E questa forza ci giunge dall’impegno in ogni 21 marzo, in ogni primo giorno della nuova stagione, a fare memoria, perché “il vento della Memoria semina Giustizia”.
Buon compleanno Giglio, cento di queste primavere!”