LECCO – “Cosa mi dite del sindaco di Lecco ProPal ma che poi si fa finanziare da un’azienda israeliana?”. La stilettata al curaro arriva al direttore di questo giornale da ambienti industriali ed evidentemente ha un sottotesto diciamo così “anti sindacale” – visto l’impegno della Cgil di Landini a favore di Freedom Flotilla e in generale contro il genocidio in atto a Gaza.
Ma nel mirino principale c’è lui, il primo cittadino con bandiera palestinese. Gattinoni contro Israele al balcone di palazzo Bovara, ma poi “sponsorizzato” da Tel Aviv per la Camminata manzoniana?
L’attacco c’è, anche violento, il contesto un po’ più complesso. Perché la manifestazione di domenica non è propriamente “di Gattinoni” – anche se, certo, quella Camminata vede coinvolto il Comune (che “contribuisce”) e lo stesso sindaco se ne fa testimonial con la bella foto tra i figuranti manzoniani di cui sopra.
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Che i due aspetti “stridano”, non v’è dubbio: pro Palestina alla finestra, “sponsorizzato” da un’azienda in qualche modo israeliana (la Novatex,
realtà brianzola di proprietà nientemeno che d’un kibbutz, attraverso la multinazionale Tama Plastic Industry, leader mondiale nel crop packaging). Il legame tra Gattinoni e Tel Aviv insomma appare un po’ sottile, ma la frecciata rilevata da Lecco News ha qualche ragion d’essere.
Urge un chiarimento, signor borgomastro.
ElleCiEnne
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In merito a questo breve articolo del 6 ottobre, riceviamo in data 15/10 una mail piuttosto “decisa” da parte del portavoce del sindaco Gattinoni, sig. Stefano Vassena, che contesta quella che definisce una “ricostruzione fuorviante circa presunti finanziamenti da parte di un’azienda israeliana direttamente al Primo cittadino, che viene presentata come elemento di contraddizione rispetto a posizioni attribuite al medesimo Sindaco, senza alcun fondamento documentale o verifica dei fatti“.
“Tali affermazioni – aggiunge il portavoce di Gattinoni –, prive di dettagli oggettivi e presentate così in modo ambiguo, appaiono idonee a generare confusione nel lettore e a distorcere la percezione pubblica dell’operato istituzionale“.
Riteniamo che un lettore minimamente attento ai contenuti esposti possa farsi una chiarissima idea non solo del fatto descritto (una voce, come detto raccolta in ambienti imprenditoriali) ma anche del trattamento di questo da parte della nostra redazione – che non solo l’ha riportata come tale ma l’ha anche in qualche modo “smorzata”, spiegando in almeno due passaggi come l’accostamento Gattinoni-Israele appaia quantomeno relativo.
Spiace invece che, a fronte di un finale esplicito da parte nostra (“Urge un chiarimento”), che valeva quale invito a replicare utilizzando le nostre pagine, da Palazzo Bovara sia giunta una comunicazione minacciosa, con tanto di ipotesi di “segnalazione formale all’Ordine dei Giornalisti“. E spiace ancor più in quanto il sig. portavoce – da anni in questo ruolo – non si sia mai peritato di prendere contatto con il nostro giornale e il suo direttore responsabile.
Se non, appunto, per chiedere rettifiche, rimozioni e quant’altro.
Peccato.
S.T.

