IL NUOVO LIBRO DI CECCO BELLOSI IN UNA SERATA TRA MUSICA E RICORDI

LIBRO CECCO BELLOSI  (3)LECCO – La vineria “Homo Sapiens” a stento è riuscita ad accogliere tutto il pubblico accorso all’originale serata organizzata da Qui Lecco Libera. Un evento in cui la musica dei Potage, storico gruppo punk comasco con Sandro ‘Sench’ Bianchi accompagnato da Dario Antonelli, si è alternata a letture di brani del nuovo libro di Cecco Bellosi “Con i piedi nell’acqua – Il lago e le sue storie” di Milieu Edizioni.

E proprio il lago di Como è stato protagonista, insieme a tutti i personaggi curiosi, eccentrici, mai banali che hanno abitato le sue sponde. L’autore, con nostalgia e ironia, ha arricchito la serata con aneddoti e storie dimenticate, dipingendo un immaginario a metà tra la favola e il far west: grandi chef dalla doppia personalità, despoti nelle cucine degli alberghi di lusso e miti nella vita quotidiana, si sono alternati alle donne baffute di Colonno, colonia calabrese in cui vigeva una forma di rigido matriarcato, passando per attori di Hollywood, eroi della Resistenza, la misteriosa ‘margarina’, gli artigiani, gli artisti e soprattutto i ribelli.

LIBRO CECCO BELLOSI  (1)Perché il filo conduttore è stato proprio quello del ‘contrabbando’ visto come forma mentis del territorio, determinato dalla vicinanza con il confine che per sua natura ha in sé lo spirito d’avventura, declinata in un’irregolarità dal sapore anarchico. Cecco Bellosi da ‘irregolare’, dopo un decennio in carcere per motivi sovversivi da vent’anni si occupa infatti di dipendenza e minori in difficoltà, racconta il mondo degli ‘sfrosatori laghèe’ e non a caso affida l’introduzione del suo libro a Davide Van De Sfroos, che della loro arte ha fatto la sua bandiera.

Attraversando i paesi che costellano il LIBRO CECCO BELLOSI  (2)ramo a noi opposto, ma comunque vicino, e spingendoci fino alla Val d’Intelvi e la Val Cavargna, si è ripercorso un passato lontano, riservando un’attenzione anche al presente: nel corso della serata è stato possibile infatti firmare la petizione dell’associazione del Museo della Resistenza di Dongo, che rischia oggi di perdere parte della sua identità in seguito alla proposta di modifica del suo nome in “Museo della fine della Guerra“.

Chiara Vassena