LECCO – “Non ha falsificato la sua condizione di salute e la conseguente incapacità di svolgere mansioni che potevano sollecitare l’arto che era stato operato”, quindi il giudice l’ha assolta perché non ci fu reato. Il caso fece scalpore nel luglio 2013 quando G.B., 47 enne di Olginate, dipendente dell’allora Asl e impiegata di una farmacia, si presentò a una festa di ballo nonostante fosse in malattia.
La donna era in malattia da quattro mesi per un’operazione alla tibia, esce di casa e partecipa ad una festa country a Barzio dove si diletta in un balletto tipo western. La dipendente dell’allora Asl di Lecco è brava nell’esibizione e il balletto viene postato su YouTube. I dirigenti dell’Asl la riconoscono, quindi la denunciano, oltre ad avviare un provvedimento disciplinare. L’impiegata viene rinviata a giudizio perché, si legge nel dispositivo del Gup “con artifizi e raggiri, consistiti nel lamentare falsamente uno stato di incapacità a lavorare per motivi di salute, induceva in errore il proprio datore di lavoro e si procurava un ingiusto profitto nell’erogazione della somma di 1.054 euro. Inoltre avrebbe dato false informazioni al medico che l’aveva in cura sulle sue specifiche mansioni all’Asl di Lecco”. Secondo la Procura di Lecco c’era l’aggravante di aver commesso il reato ai danni di un ente pubblico.
Il difensore – l’avvocato Fortunato Riva – ha smontato con tanto di prove le accuse. Infine il giudice Manzi – nel motivare l’assoluzione – sostiene che “è vero che ha esagerato descrivendo le sue mansioni, ma non ha falsificato le sue condizioni di salute“.”In ogni caso – continua Manzi -, anche fosse tornata al lavoro, l’imputata avrebbe dovuto compiere la mansione di sollevamento e spostamenti di pacchi di ricette e rischiava di ledere l’arto non del tutto guarito”. In altre parole: la donna non poteva svolgere le mansioni a cui era addetta.
Immagine di repertorio