IN QUATTRO A PROCESSO
IMPUTATI DI ESTORSIONE.
E SPUNTA LA ‘NDRANGHETA

paolo del grossoLECCO – Ascoltati giovedì mattina dal collegio di magistrati presieduto dal giudice Manzi i testimoni del processo a carico di Rocco Albanese, Marco Ferrantino, Iosè Salvatore Signorello e Giuseppe Di Masi, accusati a vario titolo di tentata estorsione.

La vicenda per cui sono indagati risale al 2013 quando, secondo quanto ricostruito dal Pm Paolo del Grosso, Albanese avrebbe realizzato un intervento edile nella casa di un imprenditore di Imbersago a cui poi avrebbe chiesto 12mila euro in più rispetto a quanto pattuito inizialmente e coinvolgendo poi gli altri tre conterranei nel tentativo di ottenere il denaro tramite pressioni e minacce.

A supportare il quadro accusatorio le intercettazioni ambientali, in stretto dialetto calabrese, trascritte dal perito incaricato dal Tribunale che questa mattina in aula ha depositato i risultati del suo lavoro e le prove esaminate dai Carabinieri del Ris di Parma. Si tratta di tre cartucce, un foglio di carta, una busta e una tanica. “Sulla busta in particolare – spiega il maresciallo Margiotta – sono state ritrovate un’impronta digitale e una palmare che sono state comparate con le impronte dei sospetti e attribuite a Giuseppe Di Masi”.

L’udienza è aggiornata a maggio quando deporranno al banco dei testimoni la parte offesa e uno dei testi del Pubblico ministero, nel frattempo però ci sarebbe il nome dello stesso Di Masi tra la quarantina di arrestati nell’ambito dell’operazione anti ‘ndrangheta Lex nel Reggino.

M. V.