INTEGRAZIONE/SCOMMESSA VINTA
PER I 15 MIGRANTI AMMESSI
AL CORSO ‘OPERATORE MECCANICO’

migranti corso meccanicoLECCO – Conclusa la prima fase del corso di formazione per operatore meccanico aperto ai giovani stranieri ospitati nei centri di accoglienza e nei progetti SPRAR della nostra provincia.

Vi hanno partecipato 15 giovani immigrati, segnalati dagli enti che li ospitano e successivamente selezionati sulla base di competenze e motivazioni. Si trattava di individuare un gruppo di persone in grado di affrontare corso di formazione semplice, ma comunque di un certo impegno. Era quindi necessario che i partecipanti avessero alcune fondamentali competenze di base, tra cui una sufficiente padronanza della lingua italiana, e un’adeguata motivazione. Le 100 ore di attività teorica e pratica, svolte alla sede di Merate della Fondazione Clerici, hanno consentito ai partecipanti di acquisire conoscenze e competenze di base relative agli strumenti di misura, alla lettura del disegno meccanico, alle operazioni di tornitura, fresatura, foratura, ed elementi essenziali sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’esito del corso è stato pienamente soddisfacente, addirittura al di là delle attese, soprattutto grazie all’attiva partecipazione dei corsisti. Basti pensare che ben 14 su 15 partecipanti hanno seguito tutte le ore di lezione, senza alcuna assenza. Ma naturalmente contava la qualità della partecipazione, ed anche su questo il giudizio espresso da tutti i docenti del corso è stato ampiamente positivo.

“Chi ha potuto osservare questi giovani all’opera ha capito con quanta determinazione e con quanta serietà essi stiano tentando di aprirsi una prospettiva per il futuro – testimoniano da Lecco Aperta -. Si può dire che la scommessa è stata vinta: si è dimostrato che, facendo rete e coinvolgendo soggetti diversi, si può dar vita ad efficaci attività di formazione, elemento essenziale per favorire l’integrazione e per fare degli immigrati soggetti attivi e utili al territorio”.

Certo si tratta solo di un primo passo. Ora bisogna affrontare la seconda fase, quella del tirocinio in azienda, che partirà nel mese di gennaio grazie alla disponibilità dell’API (Associazione Piccole Industrie) che ha individuato le aziende, nella speranza che ciò possa preludere ad un ulteriore avvicinamento al mondo del lavoro. Poi il modello potrà essere esteso e il più possibile generalizzato, anche ad altri comparti professionali, ma la via è indicata e un esempio positivo è stato dato: non solo parole, ma fatti concreti per promuovere accoglienza e integrazione.

REDLC