INTERPRETARE I DISEGNI
DEI BAMBINI: L’ARTE PREZIOSA
CHE NESSUNO INSEGNA

children-drawing-582306_960_720Oggi ci si affaccia in un’era tutta tecnologica. Nonostante questo il disegno rimane sempre e comunque una delle principali attività che un bambino svolge volentieri, in particolare nei primi anni di vita. La vena artistica o semplicemente fare qualche scarabocchio su un foglio bianco, può essere per i più piccoli un modo molto importante e veritiero di esprimere sè stessi. Le proprie emozioni vengono in totale libertà messe in luce. Infatti il disegno e il colore rappresentano anche un modo per comprendere come il bambino percepisce il mondo e vive alcune situazioni, spesso ignorate dall’adulto ma spesso per loro fonte di disagio o stress.

Proprio il disegno e la sua interpretazione vengono presi come spunto in alcune importante discipline per verificare o semplicemente percepire se esiste nel minore un qualche malessere anche di grave entità. Come la violenza, non necessariamente fisica ma anche di tipo psicologica. I bambini infatti attraverso il disegno, le sfumature e l’utilizzo dei colori riescono in maniera inconscia a esprimere tutto il loro modo interiore: gioia, felicità, paura, preoccupazione, gelosie, conflitti. Un disegno può davvero aprire un varco da parte di chi si trova accanto a un bambino, per capirne e comprenderne sfaccettature ed elementi prima sconosciuti o ignorati.

In questo caso si possono fare degli esempi su alcune figurazioni che spesso i piccoli sia dai primi anni ripetutamente riportano sul foglio. Come la rappresentazione della famiglia, come essa viene raffigurata, quali sono i componenti, chi è raffigurato e come. Oppure quella dell’albero, richiesta in alcuni test psicologici. Figure che a noi adulti possono sembrare prive di senso, in realtà nascondono delle parti importanti, soprattutto sulla percezione che si ha dell’ambiente esterno e come ci si rapporta a esso.

Per alcuni studiosi ad esempio l’albero può dire moltissimo di un bambino, una sorta di ritratto della personalità più profonda come sostiene Jung. Le radici rappresentano la parte istintiva e legata alle pulsioni. Più queste sono profonde maggiore è il senso di sicurezza e stabilità. Il tronco invece, è l’io, come si struttura ed evolve, dove possono essere rilevate eventuali interferenze nella storia del soggetto, durante il suo percorso evolutivo. Un esempio il nodo sul tronco, potrebbe rivelare degli elementi traumatici. L’ultima sezione è la chioma, la quale riguarda la proiezione nel mondo affettivo-relazionale e sociale del fanciullo. Una chioma ricca, ricondurrà a una personalità ricca e aperta. Viceversa chiusa, può essere interpretata come chiusura nei confronti della società.

Gli aspetti che vengono considerati sono molti, per poter rilevare elementi che possono comunicare informazioni importanti su un bambino e sul suo modo di vedere se stesso e il mondo. Aspetti grafici, legati al disegno e a come esso viene rappresentato. Esempio se il piccolo usa un tratto molto marcato, questo potrebbe significare l’indole aggressiva. Un tratto flebile, invece al contrario mostra un bambino timido e preoccupato rispetto alle richieste dell’ambiente esterno. Quello seghettato e spigoloso, anche in questo caso può manifestare elementi aggressivi. Alle caratteristiche grafiche si aggiungono quelle formali, come la collocazione del disegno nel foglio. Al centro molto piccolo, indica sentimenti d’insicurezza, senso d’inferiorità nei confronti del mondo esterno. La realizzazione di disegni molto grandi, può significare che il bambino da ampio spazio al suo egocentrismo.

La scelta del colore è un altro importante elemento che consente di capire meglio cosa un bambino prova e pensa. Alcuni infatti collegano l’uso di determinati colori a particolari sentimenti e stati d’animo del bambino. Chiaramente considerando la fascia d’età in cui il piccolo si trova. Inoltre, tenendo ben presente che in genere quelli tra i 3 e 6 anni, sono molto impulsivi e il loro interesse per il colore risulta accentuato. Elemento che viene piano piano abbandonato con la crescita, per lasciare spazio alle forme. Dunque quando il bambino è più piccolo tende ad usare molto più i colori, soprattutto con tonalità abbastanza forti. Cosa che anche in questo caso va scemando con l’età, sostituendosi con colori più tranquilli e meno accesi. Il punto importante da tenere in considerazione è che nell’infante esiste una connessione profonda tra le proprie emozioni e l’uso dello stesso colore. Come ad esempio riproporre cose con determinate tonalità in base al fatto di aver visto per la prima volta quegli oggetti di quel colore.