“IO TIFO POSITIVO”, A LECCO MYRIAM SYLLA INCONTRA I RAGAZZI DELLE SCUOLE

LECCO – Un’opportunità per i bambini e i ragazzi delle scuole lecchesi di ascoltare un’atleta vincitrice di un oro olimpico e simbolo della Nazionale italiana di pallavolo, che ha vissuto per tanti anni sul loro stesso territorio: è stata questa la grande importanza dell’incontro di mercoledì 7 con Myriam Sylla, organizzato da Comunità Nuova e Comune di Lecco nell’ambito del progetto Io Tifo Positivo. Alla mattinata di confronto, condotta dalla giornalista della Gazzetta dello Sport Chiara Soldi, era presente anche l’assessore all’Educazione e allo Sport Emanuele Torri.

La stessa Sylla ha evidenziato la fortuna dei giovani partecipanti: “Anch’io, alla vostra età, sarei stata curiosa di conoscere e capire la vita di un’atleta; da ragazza sapevo già cosa avrei voluto fare da grande, ma non ho mai avuto la fortuna di parlare con uno sportivo”.

La pallavolista ha raccontato il suo primo incontro con la pallavolo, quello che sarebbe diventato il suo lavoro: “La mia passione nata per puro caso, non conoscevo nemmeno lo sport; ho accompagnato mia cugina al suo primo allenamento e, notata dall’allenatore, ho iniziato a giocare su spinta dei miei genitori. All’inizio non sembravo particolarmente portata, anzi: ero già alta e non ero coordinata, non è stato amore a prima vista, ma con pazienza, impegno e dedizione e senza mai perdere il divertimento sono arrivata dove sono ora”.

Sylla ha ricordato l’aiuto che le comunità e le società di Olginate e Valgreghentino le hanno dato agli inizi: “Ho cominciato nel Grenta Volley; la mia famiglia a livello economico era in difficoltà e sostenermi nello sport era faticoso, quindi la società si è resa disponibile a coprire le spese e portarmi alle cene di squadra quando i miei genitori non potevano, facendomi sentire parte del gruppo e non facendomi mancare niente; non mi sono mai sentita esclusa o in difetto. A Olginate, il dirigente della squadra e sua moglie mi hanno fatto sentire in famiglia e mi hanno indirizzata lontana da casa a 15 anni, quando ho intrapreso il mio percorso professionale”.

Sulle difficoltà della vita lontana da casa, l’atleta è chiara: “Andare via di casa non significa poter fare ciò che si vuole, in particolare ti mancano i genitori, una parte fondamentale a cui da ragazzi tendiamo a non dare il valore che meritano; date loro importanza, perché vi vogliono bene. A volte sbagliano, ma lo riconoscono e chiedono scusa”.

La famiglia è stata fondamentale per Sylla: “I miei genitori mi sgridavano quando andavo male a scuola e mi impedivano di andare agli allenamenti: pur di andare a giocare, mi mettevo sui libri e non sono mai stata rimandata. Sapevo che, se fossi stata rimandata o bocciata, loro non sarebbero stati felici; per me prendere il diploma è stato il primo obiettivo, ho fatto il possibile per ottenerlo e ne vado orgogliosa.
I miei genitori non erano solo severi, hanno dato valore a quello che stavo facendo e mi hanno insegnato l’importanza di dare sempre il massimo”.

La campionessa ha poi cercato di raccontare cosa si prova a vincere un oro olimpico, ottenuto dalle Azzurre nella storica impresa di Parigi 2024: “Immaginate di realizzare il sogno più grande che avete: io ho provato questo vincendo l’oro olimpico. Ho toccato con mano un sogno che è diventato realtà, con la medaglia tra le mani”.

“Non riesco ancora a credere di aver vissuto veramente quel momento – ha dichiarato -, non ho mai riguardato il video della vittoria da sola perché ho quasi paura di rovinare quello che ho in testa; vivo di ricordi e sensazioni quando ne riparlo. Parigi è stata la terza olimpiade che ho giocato, il risultato di tanti anni di lavoro e fallimenti, di un gruppo che si è sfaldato, riformato, è cambiato, ha sofferto e si è rialzato insieme: 8 anni intensi di lavoro e infortuni, che dopo aver raggiunto l’obiettivo creano un legame che non si può spezzare, qualsiasi cosa succeda”.

Sylla ha quindi dato tre consigli a tutti i ragazzi che inseguono un sogno: “Rispettate i sogni altrui senza prenderli in giro, perché non sapete cosa diventeranno e potrebbero realizzarli davvero; alimentate i vostri sogni, che ricordate, possono cambiare, essere raggiunti o restare tali; divertitevi e siate voi stessi senza cercare di assomigliare a qualcuno, imparate ad apprezzarvi perché siete unici”.

Dopo un momento di confronto interessante con i giovani spettatori, che per l’occasione le hanno rivolto varie domande, la pallavolista ha ricevuto i complimenti del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, che l’ha definita un esempio per tutti i giovani: “Myriam, con il suo percorso, ha mostrato come i sani valori dello sport siano fondamentali per formare le generazioni future”. Il primo cittadino ha quindi chiesto all’atleta cosa dovrebbero fare, secondo lei, la scuola e gli insegnanti per migliorare nel loro compito.

“Come ho già detto, questo evento per me è un’opportunità incredibile per scoprire un mondo – ha risposto Sylla -; a scuola molti professori mi hanno ostacolato o scoraggiato, dicendomi che non avrei mai basato la mia vita sulla pallavolo, mentre alcuni miei compagni che sognavano di diventare sportivi e non solo sono stati puniti con voti bassi perché non capiti. La scuola dovrebbe andare incontro alle passioni e cercare di capire perché gli alunni hanno determinati interessi o talenti: serve capire, sostenere e non ostacolare i ragazzi, non ha senso spegnere le passioni”.

A concludere la mattinata un momento speciale: Sylla è stata premiata con una targa donata dall’assessore all’Educazione e allo Sport Emanuele Torri e dal sindaco Mauro Gattinoni, seguita da un selfie di gruppo con tutti i presenti.

Michele Carenini