LA LETTERA/DONATORE AVIS:
“OSPEDALE POCO GENEROSO
NEL PUNTO RISTORO”

avis logoLECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un donatore Avis che lamenta scarsa considerazione da parte dell’ospedale Manzoni. “Si dice spesso che Lecco sia tra le province più generose – si legge in un passaggio della missiva -. Ma c’è chi non lo è altrettanto con noi donatori”.

Ecco il testo integrale:

Gentile direttore,

sono un donatore del sangue iscritto all’Avis da anni. Ho iniziato a donare dieci anni fa perché convinto che tutti noi dobbiamo fare qualcosa per la comunità. Non sono uno di quelli che dona per stare a casa dal lavoro, infatti dopo nemmeno un’ora dal prelievo sono regolarmente nel mio ufficio. Ma appunto per questo trovo ingiustificabile come noi donatori veniamo trattati dall’Azienda ospedaliera per quanto riguarda il ristoro, fondamentale per ristabilirsi dopo il prelievo. 

Anni fa andavamo a rifocillarci al bar dell’ospedale e avevamo una vasta gamma di scelte, anche se sento non di rado racconti di donatori più anziani e di quando venivano portati in mensa. Ora, a causa – sembrerebbe – di malori, il punto ristoro è stato spostato allo stesso piano del centro trasfusionale, il -2, così da ridurre gli svenimenti. Panini e brioche contate (quando va bene, perché spesso un donatore non può nemmeno scegliere), il tutto in uno spazio più simile a uno sgabuzzino che a un bar.

E oggi, giorno della mia ultima donazione, arrivando tra i primi al ristoro, le scelte ricadevano su: solita bottiglietta d’acqua, brioche liscia o alla marmellata, panino farcito (non so con che cosa) e thé o caffè-latte (rigorosamente d’orzo, non si sa perché, ma la caffeina è stata abolita).

Non chiediamo certo di mangiare a sbafo dell’Azienda ospedaliera, ma almeno di avere uno spuntino adeguato dopo una donazione di ben 450 millilitri di sangue, così da poter tornare in forza sul posto di lavoro. Soprattutto per chi poi sceglie di recarsi alla propria occupazione.

Si dice spesso che Lecco sia tra le province più generose nella donazione del sangue. Ma c’è chi non lo è altrettanto con noi donatori.

Un donatore stufo