LA LETTERA/”UN BARATTO
DI CORRESPONSABILITÀ
TRA COMUNE E CITTADINI”

TREZZI 1pCaro Direttore,

“Fusse chefusse la vorta bbona”.
Forse è la volta buona.
Forse si riuscirà, questa volta, a stimolare Lecco dentro una fattiva interazione tra Pubblico e Privato.
Tra Amministrazione e Cittadini.

Quella partecipazione che non è supplenza ma è obiettivi comuni, è corresponsabilità.
La Giunta di Lecco ha, da sei anni, una delega alla Partecipazione in capo all’Assessore Francesca Bonacina, oggi vicesindaco, che, a parer mio, è stata una bella novità, un bell’auspicio, purtroppo restato, nei fatti e nella volontà politica, lettera morta.

Oggi, forse, ci sono nuove finestre che si aprono dentro la facciata della corresponsabilità, delle opportunità da tempo suggerite e mai prese sul serio.
Da pochi giorni, infatti, anche il Sindaco di Bergamo, ha approvato un Regolamento sui “Beni Comuni” e sul “Volontariato Civico”.
Cioè un Patto, con i cittadini, sulla cura di luoghi pubblici (parchi, edifici pubblici, ecc.), le piccole manutenzioni (sistemare una panchina, una porta, un’aiuola, tinteggiare la recinzione di una scuola, ecc.) ,sull’apertura di spazi altrimenti chiusi (sale di lettura in orari serali, aree dismesse, parchi pubblici, Cag ecc.) alcune attività lavorative in forma digitale (archiviazione di dati, promozione del patrimonio pubblico e culturale) sostegno di progetti sociali e pubblici, in generale.

Sono quindi fiducioso che anche Lecco prenda spunto e lo faccia proprio perché il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, è un poco il faro, l’amico di diversi amministratori del Comune, Sindaco Brivio e Assessore Valsecchi, in primis.
E così, quello che si auspicava,suggeriva, 5 anni fa all’Assessore Bonacina e ai consiglieri comunali, forse troverà strada, casa, realtà.

Coniugare le necessità dell’Amministrazione e le buone prassi di comportamento verso i luoghi pubblici, così da sensibilizzare la cittadinanza alla partecipazione della cosa pubblica e delle cose pubbliche e dall’altra concretizzare il Comune a raccogliere questa sensibilizzazione nata autonomamente da cittadini o associazioni.

Regolamentando, ma non burocratizzando, richieste e disponibilità civiche.
Con condivisione di Progetti da sostenere, strumenti e mezzi adeguati messi a disposizione e, in alcuni casi rimborsi spese o riduzioni dei tributi locali, in un “baratto amministrativo”.

Un Patto per non essere supplenti, sostituti, dei doveri del Comune, ma appunto per una corresponsabilità, tra Pubblico e Privato.
Tra amministrazione e cittadini.
Alla luce del sole. Con Patti di collaborazione che definiscano gli ambiti di intervento e i reciproci impegni.

Per trasformare un’esperienza episodica in una modalità di amministrazione condivisa sempre disponibile.
Anche nel campo della beneficenza, del decoro urbano, del sostegno privato a progetti pubblici, nella rigenerazione, recupero, valorizzazione, gestione di spazi.
Due binari, due ambiti.
I beni pubblici e il volontariato civico.
Uno è l’aiuto civico personale, in base alle competenze, l’altro il sostegno economico per la valorizzazione, recupero, di un bene pubblico.

Il primo binario si muove sulla convinzione che le persone sono portatrici non solo di bisogni ma anche di capacità e che è quindi possibile che queste capacità siano messe adisposizione della comunità per contribuire a dare soluzione, insieme con le amministrazioni pubbliche, ai problemi di interesse generale.

Il secondo binario è quello di sostegno economico a un Progetto di interesse pubblico a beneficio della comunità.
Solo a scopo di esempio, la digitalizzazione del patrimonio del Fondo Gaslini, la donazione di altalene per la disabilità o la valorizzione di un parco giochi inclusivo, l’apertura serale della Biblioteca, l’autogestione del Cag il parchetto di Maggianico a gruppi di ragazzi.

Ma più genericamente il Comune sceglie 3-5 progetti per lui prioritari, eventualmente facendoli scegliere ai cittadini con un sondaggio e incontri pubblici e poi apre un conto dove far confluire i contributi.
O, viceversa dà il suo benestare tecnico e sostegno amministrativo a progetti dei cittadini o Associazioni.
Progetti che aiutano la gente, dove il Comune interviene solo in subordine con proprie risorse o competenze.
Dove partendo da un’idea si arriva a costruire il risultato con i cittadini, la comunità.

Patti che costituiscono un prezioso strumento che renderà più agevole la nascita e la continuazione di vecchie e nuove forme di collaborazione in un rapporto di fiducia reciproca dove l’Amministrazione pubblica garantisce la massima conoscibilità delle opportunità di collaborazione, dei Progetti, delle eventuali forme di sostegno assegnate,delle decisioni assunte,dei risultati ottenuti e delle valutazioni effettuate, dei costi e dei rendiconti, nella massima trasparenza.
Cosa che ancor oggi, invece, latita.

Un Patto, un baratto amministrativo, di collaborazione come strumento con cui Comune e cittadini attivi diventano corresponsabili della bellezza, della tutela e della crescita della città.

Chissà se è la volta buona?

Paolo Trezzi