LA PROVINCIA HA DECISO:
L’ACQUA VA A IDROSERVICE.
INUTILI LE PROTESTE

CONSIGLIO PROVINCIALE 191213LECCO – Tutto come previsto. La Provincia consegna la gestione del servizio idrico a Idrosevice nonostante in aula venga riconosciuto che non abbia i requisiti. “Ci siamo arrampicati sugli specchi” afferma il segretario generale. Voto compatto di Ncd e minoranze di centrosinistra.

Il consiglio provinciale ha approvato ad ampia maggioranza l’affidamento del servizio idrico integrato ad Idroservice. L’ente si allinea quindi alla posizione già espressa della conferenza dei sindaci e conferisce alla società controllata da Lario Reti Holding le competenze di Idrolario, con il mandato di predisporre una società in house adatta alla gestione pubblica del bene idrico.

Il voto finale ha visto comporsi una maggioranza trasversale, da larghe intese. Concordi infatti nel sostenere la delibera i consiglieri del Nuovo centro destra-Fratelli d’Italia (nessun eletto col Pdl è passato a Forza Italia), del Partito democratico, dell’UDC e dell’Italia dei Valori. Astenuto Pozzi di Sinistra Ecologia e libertà mentre il gruppo della Lega nord abbandona l’aula.

Il tutto senza la presenza dell’assessore competente, Carlo Signorelli, che dopo le note tecniche a compendio della delibera abbandona l’assemblea. Si suppone per evitare conflitti d’interesse essendo egli anche primo cittadino di Perledo.

ACQUA PROTESTA  PROVINCIANon è mancata invece una rappresentanza del comitato lecchese acqua pubblica e degli attivisti cinque stelle, che dal sit-in in piazza della stazione hanno poi fatto ingresso in villa Locatelli.

La discussione, durata oltre due ore, ha toccato diversi aspetti. Subito all’attacco Paolo Arrigoni, capogruppo Lega nord, che descrive l’affidamento a Idroservice e il fallimento di Idrolario come “strategia politica volta ad allargare il sistema di potere e prebende di Lario Reti Holding destinato a soddisfare mire personali e gestire il consenso. I 50 sindaci devono spiegare perché è stata creata Idrolario, impegnando risorse ed energie, per poi sopprimerla dopo soli 4 anni nonostante abbia le caratteristiche per occuparsi di rete idrica, lasciando che compia il lavoro sporco, scaricandole addosso le responsabilità, anche penali, di una rete colabrodo”, e torna a ribadire la scorrettezza della terminologia in house per Idroservice che delle società in house non ha i connotati legali. Arrigoni porta inoltre a conoscenza del consiglio che il piano di gestione societario illustrato in assemblea LRH discorda dall’indirizzo deciso dalla Provincia, ente competente.
Non riesce però con queste motivazioni a rinviare la discussione alla seduta di gennaio (anche perché il 31 dicembre scadrebbe l’affidamento a Idrolario e si aprirebbe un’incognita). Bocciato anche l’emendamento conseguente che propone per responsabilità di legare il periodo di affidamento transitorio alla scadenza del mandato elettorale dell’ente provinciale, aprile.

Accolti invece all’unanimità gli emendamenti proposti da Christian Malighetti a nome del gruppo di centrodestra. Sarà dunque individuato un advisor tecnico concordato dalle parti col compito di sorvegliare il corretto andamento dello scorporo societario – quindi una personalità super partes sarà incaricata dalla politica di sorvegliare che un amministratore nominato dalla politica rispetti il mandato affidatogli dalla politica!

Dovrà poi essere portato in consiglio un piano finanziario che dimostri l’efficacia della nuova gestione del servizio idrico.

Accolta anche la proposta di Italo Bruseghini del Pd per avere a marzo una verifica dell’attuazione della delibera di affidamento.

ACQUA M5SIl dibattito e i provvedimenti adottati hanno portato a galla quello che il comitato lecchese per l’acqua pubblica e una minoranza di amministratori locali vanno sostenendo da mesi, cioè che Idroservice non rispetti i termini legali né tantomeno l’esito referendario poiché non si identifica come società di primo livello e in essa manchi del tutto il controllo analogo.

Tale posizione è avvalorata dalla dichiarazione del segretario generale Amedeo Bianchi il quale rispondendo ad Arrigoni afferma: “E’ indubbio che Idroservice non abbia i requisiti di società in house. Mai opinione diversa è stata sostenuta da questi uffici. La scelta è dipesa dalla contingenze createsi, ci siamo arrampicati sugli specchi per risolvere un problema del territorio tanto che la modalità temporanea dei 12 mesi è ritenuta necessaria proprio per il passaggio a una società in house”.

Conclude l’intervento del presidente Daniele Nava che ribadisce l’autorità del consiglio provinciale di revocare l’affidamento del servizio idrico nel caso in cui la società non rispetti gli indirizzi dettati dall’assemblea.

Notiamo infine che il dibattito ha sdoganato all’interno delle sedi istituzionali della Provincia l’eventualità concreta che da maggio, allo scadere del mandato elettorale, l’ente possa non esistere più. Chi poi vigilerà sulla gestione del servizio idrico provinciale non è dato sapersi.

Cesare Canepari