L’ASSOCIAZIONE BOVARA CELEBRA IL VELLUTO LECCHESE

LECCO – Il pubblico delle grandi occasioni ha affollato nella serata di martedì 20 maggio la grande sala Neogotica di Officina Badoni a Lecco per il quinto incontro della serie ‘Archivi “per” Lecco’ dal titolo “Il velluto nel cuore” e dedicato alla tradizione dell’industria del velluto nel territorio lecchese promosso dall’Associazione Giuseppe Bovara – “Archivi di Lecco e della Provincia”, con il patrocinio di Confindustria Lecco Sondrio e di Officina Gerenzone aps.

Guidata dalla giornalista Rosa Valsecchi, la serata ha visto la partecipazione di Francesco D’Alessio, che ha inquadrato storicamente l’origine e le vicende del vellutificio Redaelli (avviato a Rancio nel 1893 e in seguito ampliato con la sede di Mandello del Lario) partendo dalla ricorrenza simbolica del 125° delle nozze celebrate nell’anno 1900 tra Alfredo Redaelli (1867-1963), fondatore dell’azienda, e Maria Sala (1873-1961), figlia dell’imprenditore Domenico Sala che molta parte ebbe nell’intrapresa del futuro genero Alfredo.

A seguire Alfredo Redaelli, nipote omonimo del capostipite dell’attività, ha illustrato le caratteristiche tecniche della lavorazione del velluto soffermandosi in particolare sulla differenza sulla lavorazione tradizionale “a bacchetta” e quella cosiddetta “doppia pezza”, molto più competitiva e che, con grande intuizione, Alfredo senior importò per primo in Italia dopo un periodo di formazione trascorso come operaio tessile intorno al 1888 presso importanti ditte di Lione e Krefeld, gelose detentori di quel nuovo e moderno sistema di produzione.

L’attenzione si è spostata al mondo attuale con l’intervento di Mario Boselli, ospite d’onore dell’incontro, presidente della Camera di Commercio Italo-Cinese e presidente onorario della Camera della Moda Italiana, che ha parlato del mercato attuale e del ruolo che tuttora il velluto detiene nel mondo della moda e di quello dell’arredo. Molta attenzione ha catturato la sua esposizione relativa al concetto del “Bello Ben Fatto”, termine da lui coniato nel 2008 e che raccoglie il patrimonio di tradizione e cultura familiare del lavoro che ancora oggi rendono le aziende italiane un riconosciuto e invidiato “marchio di fabbrica” in tutto il mondo.

La serata si è conclusa con l’intervento di Gianfranco Scotti che ha recitato la parte del poema dialettale El cavalier Gerenzon (composto da Luigi Manzoni e dedicato alle industrie che ancora a metà Novecento vivevano lungo il corso del torrente Gerenzone), dedicata al vellutificio Redaelli e al suo mentore Alfredo Redaelli, “Re del velù”. Questo momento ha trasmesso ai presenti un clima di commozione e poesia, tanto che con unanime approvazione è stata accolta la proposta lanciata da Paolo Colombo, presidente di Officina Gerenzone, di proporre a Scotti una lettura registrata di tutto il poema di Luigi Manzoni, vero e proprio patrimonio immateriale della memoria dell’industria lecchese. Al termine dell’incontro i presenti hanno potuto apprezzare l’esposizione di alcuni preziosi pezzi dell’archivio Redaelli: diplomi d’onore, tessuti, cataloghi e preziosi campionari di fine Ottocento.