CALOLZIOCORTE – Il complesso religioso del Lavello, che comprende il santuario di Santa Maria e il chiostro adiacente, non è dotato di un monastero, come comunemente indicato anche sui cartelli stradali e sulle insegne, ma di un convento.
La differenza tra le due terminologie è stata chiarita dall’ex vicesindaco Massimo Tavola, insegnante di religione all’istituto comprensivo di Calolziocorte.
Tavola ha sottolineato la differenza semantica: “Il monastero è casa dei monaci, che vivono una vita di clausura e svolgono attività contemplative e lavorative all’interno dell’edificio. Il convento, invece, ospita una comunità di frati, appartenenti ad un ordine religioso secolare, che per sua stessa costituzione non è in clausura, ma è profondamente radicato nel territorio circostante e interagisce con le comunità. Nel caso del Lavello, il convento ospitava i Padri Serviti, una congregazione di frati”.
“Questo errore diffuso – ha spiegato Tavola – nel caso del Lavello si è originato per due motivi: il primo è legato al nome di una località nella frazione di Foppenico, chiamata proprio Monastero per la presenza, in antichità, di un monastero; il secondo è stato causato dai cartografi dei secoli passati, che spesso denominavano “monasteri” i luoghi collegati a santuari e congregazioni religiose. Tuttavia gli autori delle vecchie cartoline, rappresentando il Lavello, lo definivano correttamente come “antico convento dei Padri serviti”, dimostrando come l’errore si sia diffuso nuovamente solo in tempi più recenti”.