LAVORATORI DELLA PROVINCIA,
FUTURO ANCORA INCERTO

presidio lavoratoriLECCO – A distanza di qualche settimana dal presidio davanti a Sala Ticozzi, i lavoratori della Provincia di Lecco tornano a manifestare. Avranno qualche risposta sul loro futuro entro la fine di marzo, quando la metà di loro, circa 120 persone, sarà messa in “mobilità” in attesa di essere ricollocata presso Regioni o comuni. Se questo non accadrà entro il 31 dicembre 2016, avranno lo stipendio ridotto all’80% per due anni, e poi saranno licenziati.

“Siamo tornati a manifestare per mantenere alta l’attenzione sul destino dei lavoratori della provincia – ha dichiarato Enzo Cerri, segretario Fp Cisl di Lecco -. Sono proprio loro a dirci di sentirsi abbandonati. Da parte loro gli amministratori vediamo che continuano a portare avanti la loro propaganda politica interessandosi poco alle sorti di queste persone. La legge dice chiaramente che i dipendenti dalla Provincia dovrebbero essere assorbiti dai Comuni, ma questo passaggio ancora non c’è. E’ tutto molto lacunoso”.

Dal canto suo Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil di Lecco ha sottolineato un altro aspetto:”Non sappiamo ancora cosa ne sarà del riscaldamento delle scuole, della manutenzione delle scuole se sarà compito dei comuni occuparsene anche se gli stessi comuni sono soffocati dal patto della stabilità non riuscendo a erogare i loro servizi di competenze – Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil di Leggo. Preoccupazione rispetto ai dipendenti, a delle professionalità che potrebbero andare perse, ma anche preoccupazione rispetto a funzione e servizi erogati alla cittadinanza”.

Francesco Mazzeo, Rsu dei dipendenti ha sottolineato cosa succederà da qui in avanti:”Entro il 1 marzo devono essere individuati da parte delle province le risorse relative alla riduzione del personale, senza indicarne i nomi delle persone coinvolte nel processo di mobilità, dal 1 al 31 marzo i dati economici dovrebbero essere tradotti in elenchi nominativi e che dovrebbero essere 120 circa. L’altro elemento di novità della circolare, che la legge non prevede, che il personale della Polizia provinciale e di tutti i servizi per l’impiego e il personale che deve andare in pensione viene escluso da questo elenco del 50% avviato alla mobilità, ma vengono parcheggiati in attesa di essere ricollocati, ma dove? Non c’è certezza”.

E. P.