LAVORO: LA CRESCITA ANCORA
NON C’E’, MA SI INTRAVEDONO
SEGNALI POSITIVI

rockefeller-lavoroLECCO – “Non si può dire che è arrivata la crescita sperata, ma sicuramente qualche dato positivo c’è”. Gianni Menicatti, ricercatore del gruppo Clas, intravede segnali di crescita per il futuro del mondo del lavoro lecchese. È scritto sul quinto rapporto annuale dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro realizzato proprio dal gruppo in collaborazione con Network, Camera di commercio e Provincia. Nel 2014 la crisi economica ha ancora penalizzato il mercato del lavoro e il contesto occupazionale in provincia di Lecco, nonostante una leggera riduzione del tasso di disoccupazione – dall’8% nel 2013 al 7,3% nel 2014.

Negli oltre sei anni di crisi la popolazione occupata si è ridotta di circa tremila unità, con un recupero però nell’ultimo anno, e il tasso occupazionale è sceso da 67% nel 2008 a poco più del 65,5% nel 2014.

Nel 2014, per il terzo anno consecutivo, si è ridotto il numero di lavoratori avviati (di poco superiore alle trentamila unità), ma soprattutto è rimasto ancora negativo il saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro, di oltre 2.700 unità, segno di un’ulteriore riduzione dei posti di lavoro nelle imprese del territorio, riduzione che ha interessato tutti i principali settori dell’economia locale. Meno 1.400 unità nel manifatturiero, meno 450 nell’edilizia e meno 850 nei servizi.

Dall’inizio della crisi il tasso di disoccupazione giovanile è salito dal 9% del 2008 fino a superare il 30% nel 2014. Il frammento più preoccupante è quello dei neet, i giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno lo cercano, che sono il 14% nella categoria che va dai 15 ai 24 anni. Da 2.400 nel 2008 sono passati a quasi settemila nel 2014, senza però registrare un incremento rispetto all’anno precedente.