LECCO: CITTADINANZA CIVICA
PER I NATI IN ITALIA
DA GENITORI STRANIERI

palazzo bovara bandiere mezz'astaLECCO – Il consiglio comunale ha deciso di concedere la cittadinanza civica ai residenti minorenni, nati su territorio italiano da genitori stranieri. Un atto simbolico in attesa di una legge nazionale che chiarisca i termini per il conseguimento della cittadinanza per questi soggetti.

“Questo provvedimento che andiamo a proporre afferisce al conferimento della cittadinanza civica a tutte le persone minorenni nate in Italia, residenti nella nostra città, che non sono in possesso della cittadinanza italiana”. Spiega Raffaella Cerrato, firmataria della delibera promossa da palazzo Bovara.

“Tale istituto ha valore simbolico e decadrà quando una legge nazionale consentirà a tutti i bambini nati sul suolo italiano, figli di genitori stranieri il conseguimento della cittadinanza italiana. La cerimonia di conferimento della cittadinanza civica dovrà svolgersi ogni anno in una data altamente significativa: il 20 di novembre giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ,che ricorda la convenzione ONU approvata nel 1989 contro le discriminazioni, l’emarginazione le violenze, gli abusi sull’infanzia e sull’adolescenza. Anche Unicef ha lanciato un appello ai comuni italiani per la concessione della cittadinanza come atto simbolico”.

Raffaella cerratoEcco il testo integrale dell’intervento pronunciato durante la seduta di ieri sera.

Ringrazio fin d’ora quanti vorranno sostenere questo provvedimento che per scelta abbiamo voluto stendere in maniera semplice è una proposta in cui io credo molto perché la sua forza sta nella semplicità che esprime senza ombra di dubbio un grande valore umano sociale e politico, essendo rivolta ai bambini -se guardiamo ai bambini, io non vedo la loro origine, vedo delle persone, delle splendenti creature che per me devono essere al centro dell’azione politica, loro sono la speranza di Pace della terra.

Questa proposta è nata all’interno della Commissione pari Opportunità, che è la commissione nella quale le forze politiche si confrontano e operano direttamente con le associazioni attive nel territorio, e questa genesi è positiva perché a mio parere ci dice che questo nostro paese migliorerà se vorrà avere un approccio di pari opportunità nelle azioni politiche, riuscire avere una visione più ampia: cioè che le diversità sono una nuova ricchezza e non un motivo di scontro.

Questa delibera esprime una scelta ormai presente anche in tanti altri comuni (160); l’istituzione questa buona prassi anche nel nostro comune è attesa da tutte le associazioni a favore della multiculturalità del lecchese, che concretamente nella quotidianità da quasi 20 anni agiscono nella direzione dell’integrazione e del dialogo (sindacato e comitato ‘noi tutti migranti’). Vorrei tanto che tutti questi cittadini attivi generosi consapevoli che agiscono solidarmente e gratuitamente per il bene comune e che molte volte suppliscono alle carenze della istituzioni, sentissero almeno l’ente locale comune sensibile quanto loro, un valido esempio di democrazia partecipata.

Mi sento di dire che questo testo è frutto di senso di responsabilità e amore per la città perché i dati forniti dall’Istat parlano chiaro. Lecco é diventata a tutti gli effetti una città interculturale e multietnica. Su una popolazione di 48.154 abitanti, gli stranieri residenti in città in sono 4.216, di cui 2192 donne e 2.024 uomini -i minorenni figli di genitori stranieri sono a Lecco 496 femmine e 515 maschi.

La ” visione di una città” capace di Futuro come Lecco è quella di essere lungimirante e attrezzarsi per gestire al meglio le realtà emergenti come questa. Ciò si ottiene attraverso la buona amministrazione, che orienti e soprattutto governi.

Nella nostra città questa popolazione rappresenta il 10 % dell’intera comunità questa è la nostra realtà! Anche queste persone fanno parte della comunità ad esse bisogna garantire lineari politiche di agibilità : partendo dalla scuola e dalla famiglia, mirando ad una convivenza pacifica e rispettosa capace di coinvolgere, tutte le comunità presenti, in un processo relazionale e di integrazione compiuta.

Se alla parola Integrazione togliamo la G essa si trasforma in Interazione e anche di questo abbiamo bisogno di relazioni, di incontri che generino fiducia e speranza che determino una nuova cittadinanza per tutti.

L’immigrazione non è solo una questione di dati è un tema culturale e di diritti civili – i bambini e i giovani costituiscono un potenziale umano straordinario, il flusso vitale di risorse del futuro, dobbiamo interrogarci sul prossimo futuro della città-territorio. Noi dobbiamo avere a cuore il benessere delle nuove generazioni!

Quando i bambini di oggi e intendo tutti i bambini, saranno adulti quale sarà il volto di Lecco? Noi dobbiamo sentirci responsabili, perché Lecco avrà il volto che saremo andati costruendo oggi, con intelligenza, passione, costanza e sviluppo di sinergie, ciò avverrà se insieme non costruiremo muri ma ponti relazionali e generazionali che ci diano speranza.

La crisi è crisi per tutti, siamo tutti sulla stessa barca! Non ne usciremo versando vino nuovo in otri vecchi, come dice il Vangelo. Lecco è una società che grazie anche all’impegno costante del suo mondo associativo nell’area della Multiculturalità, cito ad es. il comitato “Noi tutti migranti”, nell’arco di questi ultimi 20 anni, ha saputo vivere i processi di cambiamento attraverso lo spirito di accoglienza, lo sguardo sgombro da diffidenza e pregiudizio, con azioni fondate sulla volontà di comprensione e inclusione nella tutela delle differenze.

Martini ci dice: dobbiamo “imparare a fermentarci”. Adesso bisogna avere l’ambizione di mirare più in alto: fare in modo che gli immigrati residenti in città e i loro bambini si sentano, a tutti gli effetti, cittadini lecchesi che possano dire: Lecco sono anch’IO !!! nei diritti e nei doveri.

Ricordiamoci che questi nostri concittadini sono contribuenti e lavoratori come noi e contribuiscono fattivamente allo sviluppo della nostra comunità.

Si tratta di un riconoscimento simbolico, ma che per questa ragione non è meno importante, anzi proprio quando il Parlamento tarda a legiferare su un argomento di cruciale importanza che riguarda ormai un milione di stranieri, sono i Comuni,  gli enti locali più piccoli più vicini ai bisogni reali delle persone che devono fare la loro parte, promuovendo iniziative che puntino alla sensibilizzazione e alla diffusione di una alta e necessaria idea di civiltà politica e giuridica da viversi, nella quotidianità di ognuno. Una città è un’utopia, un’opera d’arte, un sogno collettivo, una trama e un ordito che tessiamo tutti insieme.