LECCO, È DI NUOVO ALLARME PROCESSIONARIA DEL PINO

processionaria-processonaria-bruco-bruchi-pino-quercia-cani-allergiaLECCO – Torna nell’area di Lecco l’allarme processionaria, l’insetto del pino che distrugge le piante e che ormai da anni infesta il nostro territorio. Le segnalazioni riguardano sia il tratto della Strada Statale 36 che la cintura del vallo paramassi. Ecco le prime contromosse.

Ancora una volta si anticipa la stagione degli allarmi sul fronte fitosanitario per le piante del territorio lecchese. Se, infatti, fino a qualche anno fa la comparsa dei parassiti era “attesa” tra la fine del mese di marzo e l’inizio di aprile, ovvero in concomitanza con l’ingresso della primavera, negli ultimi tempi la situazione è ulteriormente peggiorata.

Un salto indietro nel tempo. Due anni fa, ad esempio, raccontavamo anche dalle pagine del nostro portale dell’approvazione in Giunta comunale dello schema di convenzione per il conferimento temporaneo dei terreni di proprietà comunale al Consorzio Forestale Lecchese, che veniva autorizzato a intervenire per proteggere i patrimoni forestali locali e intervenire per la disinfestazione degli insetti nocivi. Oggi, a distanza di ventiquattro mesi, la situazione non è affatto risolta. 

processionaria del pinoAllarme processionaria. Sotto accusa ci sono ancora una volta i lepidotteri della famiglia Thaumatopoea pityocampa: come ben ci spiega il portale ideegreen.it, parliamo della processionaria del Pino, temibile parassita che attacca tutte le aghifoglie causando danni irreparabili, fino alla morte della pianta. Non a caso, a livello nazionale sin dal 1998 è in vigore un Decreto Ministeriale che ha definito obbligatoria la lotta a questo insetto, perché la sua pericolosità è alta non solo per le piante.

Un insetto pericoloso. Lasciando infatti da parte la salute delle piante, bisogna sottolineare come il lepidottero possa provocare conseguenze anche agli uomini, diventando pericoloso quando entra a contatto con la pelle, perché la fine peluria che li ricopre risulta particolarmente irritante, provocando fastidiose dermatiti o eritemi. Ancora peggiore è il caso di inalazione o di contatto di con gli occhi: i peli urticanti irritano le vie respiratorie, mentre nel caso delle cornee può rivelarsi addirittura necessario l’intervento chirurgico per evitare una infezione grave al punto da causare la cecità. Il rischio è alto anche per gli animali, soprattutto cani e cavalli.

La boscosità della provincia. Insomma, quanto scritto serve a tracciare la complessità del quadro, a cui aggiungiamo ancora altri dettagli sul fronte “green”. Partiamo dal sottolineare come, per fortuna, il Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia dell’ERSAF incorona la provincia di Lecco e quella di Como come quelle che in tutta la regione presentano il più alto indice di boscosità, ovvero il rapporto delle aree verdi con la superficie complessiva del territorio. La notizia positiva ha però un risvolto critico, quando analizziamo l’incidenza della processionaria. 

Comincia la discesa. Questo insetto, infatti, è sempre più presente e come detto ha anticipato la propria discesa infestante dai tronchi del pino verso il suolo, da cui tra l’altro deriva il suo nome, al punto che molti abitanti delle zone dei monti San Martino e Medale hanno segnalato al Comune lo stato di cattiva salute degli alberi, infestate dai bozzoli di questi bruchi urticanti.

Segnalazioni in aumento. Un attivista locale del Movimento 5 Stelle di Mandello, Aldo Gallo, ha invece lanciato l’allarme sulle condizioni del “tratto adiacente la superstrada 36, dall’ingresso di Abbadia Lariana fino allo svincolo per Lecco“, che risulta invaso dalla processionaria. Come dichiarato dagli esperti del comando provinciale del Corpo forestale dello Stato, questo insetto è tra “i più distruttivi, poiché è capace di defogliare completamente gli alberi attaccati. A causare i danni sono le larve che dalla fine di agosto, periodo in cui si schiudono le uova, al successivo mese di aprile, brucano letteralmente la chioma degli alberi. La presenza massiccia di queste larve desta preoccupazione non soltanto per le piante, spesso soggette al progressivo deperimento e ad attacchi di parassiti secondari, ma anche per l’uomo e gli animali”.