LECCO, MATURITÀ AL TERMINE:
L’ESPERIENZA AL “G.B. GRASSI”
DI GIALISSA, ILARIA E SHARON

ilaria vergani, gialissa bodega, sharon spinolaLECCO – Manca solo l’orale per gli ultimi maturandi. Poi tutti gli studenti lecchesi saranno finalmente in ferie e il mondo scolastico riprenderà ufficialmente a settembre. “Sono in vacanza dal primo luglio – racconta Gialissa Bodega, iscritta alla 5^F del liceo scientifico Grassi di Lecco, nell’indirizzo di scienze applicate –, quel giorno ho sostenuto l’orale e ora attendo mercoledì prossimo, giorno in cui saranno resi noti i voti”. La giovane ora non vuole pensare allo studio, ma fra qualche settimana tornerà sui libri. “Vorrei iscrivermi alla facoltà di Informatica”. L’ostacolo più duro in questi esami è stata la seconda prova. “Il primo problema era molto difficile, mentre tra i quesiti solo alcuni risultavano fattibili, soprattutto rispetto alle prove precedentemente pubblicate dal ministero. Però la terza prova era quella più impegnativa da preparare”.

Il test meno complesso sembra sia stato il tema. Lo conferma anche la compagna di classe Sharon Spinola. “Direi che, vedendo i voti, la prova che mi è andata meglio è quella di italiano, dove ho sviluppato il saggio breve socio-economico sul Pil”. La tesina della giovane è sulla leucemia mieloide acuta collegata alla tossicità del benzene. E già da questo  si può capire il suo obiettivo. “Vorrei iscrivermi a medicina, per poi diventare una cardiologa o una neurologa. Almeno queste sono le specializzazioni che ora mi interessano di più”. La ragazza è quindi già al lavoro: “Sto già studiando per i testi d’ingresso”.

Ilaria Vergani, anche lei in 5^F, sta invece cercando di capire cosa fare in autunno. O meglio, l’ambito ce l’ha in mente, deve solo scegliere la facoltà migliore. “Sono indecisa su chimica o ingegneria chimica – racconta –. Mentre mi godo le vacanze deciderò”. E infatti la studente ha portato all’esame il disastro di Bhopal. Nel complesso ha un giudizio positivo della sua maturità: “Sia gli scritti sia gli orali sono andati bene. Nonostante i temi proposti nella prima, ma soprattutto in seconda prova, fossero un po’ ostili, alla fine l’impegno dei cinque anni di liceo è stato ripagato”.

Ormai diplomata, la giovane promuove il suo corso. “Dopo questi anni ci si guarda indietro e si capisce che sembrava di essere sottoposti a un grandissimo stress senza senso, ma in realtà non era poi così male la vita da liceale e soprattutto ora ci si rende conto di quanto lo scientifico aiuta a formarsi nel modo di pensare e di relazionarsi. Ho avuto una bravissima professoressa di scienze per i primi tre anni che all’inizio, quando eravamo tutti un po’ spaventati dall’avvenire, ci ha detto che scegliere questa scuola non significa saper spiegare tutto del mondo, ma sarà un ottimo risultato essere in grado di farsi domande e chiedersi il perché delle cose. Solo ora capisco fino in fondo le sue parole e le riproporrei ad un ragazzino di 14 anni che si appresta a scegliere le superiori. Lo scientifico è faticoso, è vero, ma dà tante soddisfazioni”.