LECCO/SUL PALCO DEL SOCIALE
SHAKESPEARE CON BRIO
SECONDO LEO MUSCATO

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LECCO – Da una commedia di Shakespeare ti aspetti l’intelligenza arguta delle battute, l’intreccio di storie ed equivoci, una vena di follia giocosa che dice profonde verità, pause oniriche o poetiche, nodi di conflitti che si sciolgono con grazia leggera. Ingredienti che, espressi attraverso una folla di personaggi, si trovano anche in Come vi piace, una delle commedie meno rappresentate in Italia, proposta al Teatro della Società di Lecco lo scorso 13 dicembre (produzione Teatro Stabile di Torino e regia di Leo Muscato). Il comico non è dilagante, e anzi è ben riconoscibile un fondo di pensosa malinconia, a partire dalla contrapposizione spaziale.

Nella prima parte domina l’ambiente di corte con i suoi intrighi che rischiano di raggelare i sentimenti. C’è anzitutto l’odio tra i duchi fratelli, che ha portato l’uno a spodestare l’altro. La speranza in un mondo migliore è riposta nelle figure femminili: quando la ragion di stato si abbatte su Rosalinda, figlia del potente decaduto e messa al bando, la cugina Celia rifiuta l’ordine del padre usurpatore e la accompagna nell’esilio. Si entra allora nel mondo incantato della selva di Arden: come spesso in Shakespeare, nella natura i destini si incrociano in divertenti e inattese casualità, ma soprattutto qui è possibile ritrovare la spontaneità dei sentimenti e la libera espressione di amore e fantasia. La selva è anche il labirinto dove le forme si confondono: Rosalinda si finge uomo e mette alla prova il sentimento dell’amato, con prevedibili colpi di scena ed equivoci, fino allo scioglimento finale di un quadruplice matrimonio.

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Alla vena di aggraziata leggiadria che pervade il testo, il regista preferisce la grinta di una messinscena che punta al ritmo. “Tutto il mondo è una scena, e gli uomini e le donne non sono che attori con le loro uscite e le loro battute”, dice a un certo punto il buffone. La metafora si riflette nella cura complessiva dello spettacolo: dodici attori in perpetuo movimento, impegnati in ruoli multipli, spesso corali, in coloratissimi costumi. Danno vita a una carambola vorticosa guidata quasi dall’horror vacui: entrano a grandi falcate, escono correndo, ed ecco che già ricomincia un nuovo dialogo, si apre un’altra scena, secondo gli ingranaggi ben oliati di una precisa macchina teatrale. Gli attori ne sono consapevoli, divertiti da questo perenne mutare di voci, forme e caratteri, enfatizzato anche dalla musica dal vivo eseguita da Dario Buccino.

Muscato gioca su effetti grotteschi e paradossali con una buona dose di auto-ironia. L’aitante innamorato è un Orlando grassottello e timido con calzoni alla tirolese, il duca usurpatore è un tiranno in versione kitsch (pelliccia, tatuaggi, trono tigrato, ventagli di piume di pavone e escort appariscenti) con toni alla Mussolini e arroganza stridula alla don Rodrigo. La protagonista è una Rosalinda pop (capelli rossi, anfibi e vestito viola), che dona in pegno d’amore all’amato non una catena d’oro ma cuffie per la musica. L’immancabile fool scespiriano (il clownesco Eugenio Allegri – ma abbiamo visto sue prove migliori) ha una parrucca rosa con le corna e perizoma colorati per le diverse situazioni (tigrato a corte, a cuoricini quando si innamora e fiorato per le nozze), mentre la piccola corte del duca esiliato nella foresta indossa ghirlande di fiori e piume, alla maniera degli hippies. L’ambientazione bucolica è allietata da pastorelle e anche da pecore in forme umane, con effetti esilaranti sulle tonalità del Beeh (sospiro condiscendente, domanda insistente, sfida minacciosa), che diventa a sorpresa canto corale degli attori-pecore e ha strappato risate e applausi a scena aperta.

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Molto riusciti gli effetti di luce, che isolano i personaggi o incidono ombre sugli intagli di stoffe delle pareti perimetrali (le mura del palazzo e i fusti degli alberi), o sottolineano le variazioni screziate del tappeto di foglie sparse dai personaggi durante una poetica danza.

teatro-come-vi-piace-1Il “malinconico Jacques”, solitario poeta in veste dark, è l’unico che, anticonformista fino in fondo, sceglierà di restare nella magica foresta, lasciando gli altri liberi di scegliere (“come vi piace”). E proprio sulla libertà del piacere è impostato il grazioso Epilogo affidato da Shakespeare alla voce di Rosalinda, che chiede gli applausi prima al pubblico delle signore e poi agli uomini, per poi congedarci con un “Buona sorte a tutti”, il giusto augurio per il nuovo anno che si avvicina.

Gilda Tentorio