LIONS CLUB HOST E FAI LECCO ALLA RISCOPERTA DELLA VELARCA

LECCO – Martedì 11 marzo, i soci del Lions Club Lecco Host hanno ospitato Maddalena Medici, capo delegazione del FAI Lecco, e l’architetto Eugenio Guglielmi. In videoconferenza è intervenuta anche l’architetto Francesca Fossati, membro dell’ufficio restauro e conservazione del FAI, che ha contribuito attivamente al restauro della Velarca, una casa-barca donata al FAI e recentemente restituita alla cittadinanza dopo un lungo e accurato processo di ristrutturazione.

Giovanni Rigamonti, presidente del Lions Club Lecco Host, ha sottolineato l’importanza di questa serata per avvicinarsi al FAI ed al suo fondamentale lavoro di preservazione e valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Maddalena Medici ha spiegato come il FAI, attivo da 50 anni (quest’anno festeggia proprio il 50° anniversario), sia impegnato nella conservazione di beni culturali. Oggi il FAI si prende cura di 72 beni artistici, non solo di opere o monumenti storici, ma anche luoghi naturalistici, come i vigneti di Viterbo e le fattorie della Valtellina. Il FAI custodisce luoghi che raccontano la bellezza e la ricchezza del nostro territorio.

Uno dei progetti di maggior rilievo è il restauro della Velarca, una casa-barca che si trova a Ossuccio, di fronte all’isola Comacina. Costruita nel 1959 dallo studio BBPR e donata al FAI nel 2013, la Velarca è stata oggetto di un lungo restauro che ha richiesto oltre dieci anni di lavoro. L’intervento di restauro, ha spiegato Francesca Fossati in videocall, ha coinvolto numerosi esperti, tra cui architetti e restauratori, che hanno riportato la barca alla sua bellezza originaria, preservando anche i dettagli unici che la caratterizzano. La barca, infatti, è stata restaurata con un’attenzione particolare a elementi architettonici distintivi, come le finestre in stile tram di Milano, e la tenda a pipistrello, una delle peculiarità del design dell’imbarcazione.

Il restauro ha comportato interventi significativi anche sullo scafo della barca, che a causa del forte deterioramento non era più recuperabile. La decisione di trasferirla dal suo approdo originario a Ossuccio al Cantiere Ernesto Riva di Maslianico ha permesso di ricostruire lo scafo e le coperture di prua e poppa. Sebbene sia stata sistemata a livello di impiantistica e sicurezza secondo gli standard moderni, ogni dettaglio, dagli arredi agli oggetti d’epoca, è stato recuperato o ricreato per restituirne l’aspetto originario. Oggi la casa-barca grazie all’intervento del FAI è diventata un prezioso museo.

La missione del FAI non si limita infatti al restauro fisico dei beni, ma punta anche a rendere questi luoghi accessibili e fruibili al pubblico, offrendo un’opportunità di conoscenza e di riflessione sul nostro patrimonio. Ogni iniziativa del FAI, come le Giornate FAI di Primavera, che quest’anno si terranno il 22 e 23 marzo, ha lo scopo di avvicinare il pubblico alla cultura e alla storia dei luoghi restaurati, sensibilizzando alla loro preservazione.

Guglielmi ha ricordato che la Velarca fu progettata dallo studio milanese BBPR nel 1959 (composto da Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers), ed era stata pensata da Rogers come un “punto di passaggio tra terra e acqua”. Giovanni Rigamonti ha sottolineato come il restauro della Velarca sia un esempio tangibile di come il FAI coniughi passato e presente, tradizione e innovazione, per preservare e raccontare il nostro patrimonio culturale. Oggi la Velarca è una testimonianza di come il FAI possa restituire al pubblico non solo un bene fisico, ma anche una storia che vale la pena raccontare e tramandare alle future generazioni.