DROGA E ARMI NEL DEEP WEB,
CINQUE ARRESTI IN TUTTA ITALIA
NELL’INDAGINE DELLA QUESTURA
DI LECCO CHE HA SUPERATO L’FBI

LECCO – Perquisizioni ed arresti sul territorio nazionale da parte del personale della Questura di Lecco e del Servizio Centrale Operativo, a conclusione di un’indagine su varie attività criminali compiute nel cosiddetto Deep web”- i recessi più profondi, inesplorati ma molto pericolosi, della Rete – o meglio nel “Darknet”, server nascosti della rete Tor, nonché la parte del deep web in cui avvengono attività illecite di ogni tipo.

italian darknet communnity - questura chiappani guglielmino

In corso una conferenza stampa nella Sala Riunioni della Questura di Lecco per i dettagli dell’operazione di polizia giudiziaria che ha portato a 5 arresti (tre italiani, un albanese e un sudamericanom tra i 35 e i 50 anni circa) e a 50 perquisizioni in 25 province italiane. Dieci nel complesso gli indagati.

La nostra inviata ci aggiorna minuto per minuto: presenti Filippo Guglielmino nuovo Questore e il capo della Procura di Lecco, Antonio Chiappani. “Operazione che è una finestra sul mondo inesplorato e occulto del web”.

Il procuratore capo racconta: “Più speleologia che indagine classica, in un internet parallelo che mi ha inquietato: terrorismo, armi, traffico di esseri umani. Il primo passo di una indagine anche per le altre forze di polizia giudiziaria”.

danilo gallo polizia antidrogaDanilo Gallo, responsabile della sezione Antidroga della Questura di Lecco, parla di una “indagine rivolta a soggetti italiani, con venditori e soprattutto acquirenti di età bassa”. Nel corso dell’indagine anti-droga, comunque gli inquirenti si sono imbattuti anche in altri settori: non solo stupefacenti ma anche armi e software utilizzabili per accessi abusivi a banche dati e carte clonate.

Emergono “mondi” paralleli e inquietanti: “Dark net”, fetta di deep web che si occupa di attività illecite, soggetti anonimi e dati criptati, difficile poi dare identità reali. Non usano protocolli http e https ma browser particolari che “lavano” gli IP di connessione, non permettendo l’identificazione degli utenti  e quindi consentendo di intraprendere contatti diretti, anonimi e senza intermediari con spacciatori di droga e trafficanti di armi o di qualunque altra merce illegale attraverso comunicazioni criptate.

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“Abbiamo associato attività tecniche con altre investigative classiche (pedinamenti, intercettazioni eccetera). Ci siamo concentrati in Italia, sul marketplace IDC (italiandarknetcommunity)”, che dà il nome all’operazione della questura.

E si scopre così che c’era chi “Comprava bombe di virus per fare estorsioni, con la minaccia di “brasare” il sistema informatico”, ai danni sia di utenti singoli che di aziende.

Coinvolte nell’operazione anche le Procure di Bergamo, Rovereto, Forlì e Pisa. Importante poi la “moneta”digitale usata nel deepweb cioè i famosi Bitcoin. Per utilizzare i Bitcoin è necessario creare un wallet, ovvero un portafoglio virtuale associato a delle credenziali di accesso ed ad una stringa alfanumerica che lo rende unico e non associabile, in via diretta ad una persona fisica. “In questo modo – spiega Gallo – non c’è tracciabilità e non si può risalire all’identità”. I Bitcoin non sono illegali, ma possono diventarlo ove il loro cambio in euro, avvenga senza le necesssarie autorizzazioni. Fermato in questo senso ‘Ghibli’, grande “bancario” del deep web residente in provincia di Bergamo.

Nell’ambito dell’operazione è stato poi oscurato il dominio www.italiandarknet.io utilizzato dagli utenti per connettersi al sito.

italian darknet communnity - marco cadeddu polizia mobile

“Come piccola Questura, siamo molto orgogliosi” commenta il capo della Squadra Mobile lecchese Marco Cadeddu. Arrestato a Forlì un soggetto (Skytec) che nasconde droga negli hard disk e in bottiglie di Pepsi, un occultamento “singolare” dello stupefacente. Gli acquisti all’ingrosso avvenivano sempre su internet, “con quantitativo d’ingresso medio-basso”. Una “fiorente e frequente attività con 2300 spedizioni di droga nascosta in piccoli oggetti”. Si tratta soprattutto di droghe sintetiche: Mdma, anfetamine, acidi ed ecstasy ma anche cocaina, marijuana ed eroina.

questura darknet 2 questura darknet 3

Logo di Kriminale
Logo di Kriminale

Altro arresto importante e fonte di grande soddisfazione – condotto stamattina dalla Procura di Pisa – quello di un soggetto noto col significativo nickname di Kriminale. Utente attivo su vari market place della DarkNet già dal 2013 e considerato uno dei maggiori spacciatori di nazionalità italiana nonché uno dei punti di riferimento per lo spaccio di droghe online sul territorio nazionale in particolare hashish ed eroina. Emerso nel corso dell’operazione dell’Fbi che ha portato alla chiusura del famoso sito Silkroad, ma finora mai identificato.

Interessante come non ci siano contatti diretti, quindi vi è molta sicurezza per questo tipo di attività illegale: è un tipo di spaccio funzionale al lavoro in autonomia del singolo e proprio strutturata dal singolo e dunque, in questi casi, “non esiste l’associazione a delinquere”. Dallo sviluppo del materiale informatico analizzato gli inquirenti sperano “di fare un salto di qualità e andare anche negli altri campi (armi, vendita di documenti falsi – con un occhio al problema del terrorismo -, traffico di esseri umani, eccetera)”.

C.S.

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