L’OPINIONE DI SANDRO MAGNI:
“CONCEDIAMO ALLE MATERNE
LE AULE VUOTE DELLE PRIMARIE”

Che fare delle aule scolastiche in sovrappiù per il decremento demografico?
Sono incominciate le pre-iscrizioni delle scuole dell’infanzia per l’anno scolastico 2022-23. È risaputo il calo di natalità in corso da più di tre anni. Per cui dovrebbero liberarsi aule scolastiche nelle scuole elementari che potrebbero all’uopo esservi destinate. Togliendo quindi alle scuole paritarie un bel po’ di opportunità, soprattutto in considerazione del fatto che le scuole statali dell’infanzia sono nel nostro Comune di Lecco poche.

Sarebbe una opportunità positiva il fatto che in questo modo le scuole potrebbero essere diffuse e gli iscritti e le loro famiglie eviterebbero di pagare le rette di frequenza che sono un bel problema per le famiglie, spesso costrette per necessità a pagarle.

Nessuno mette in discussione la positiva abilità degli insegnanti o delle insegnanti delle paritarie, che provengono dalle stesse scuole, ma che magari hanno un contratto sindacale di lavoro anche se meno pagato di quelli statali e anche se spesso quegli insegnanti non hanno superato l’abilità richiesta per essere in ruolo.

Ci sono altri motivi per promuovere le scuole statali. In primo luogo la formazione delle classi. È abbastanza paradossale che i bambini diversamente abili siano sempre nello stesso numero o addirittura crescano allorché i minori delle scuole siano in decremento demografico, quando la loro certificata gravità si potrà poi riversare ai livelli scolastici superiori e quando in passato non sono state formate classi con appositi insegnanti di sostegno e quando anche le aule, non erano state disegnate per sezioni con diversamente abili.

Un altro aspetto contraddittorio riguarda i bimbi che frequentano che a mio parere in assoluto e percentuale sono sempre meno di quelli che dovrebbero. Proprio quando ci impegna a livello centrale a far andare più bimbi possibili proprio in ragione dell’importanza della scuola dell’infanzia per ridurre precocemente le distanze tra i bimbi, specie se poi questi bimbi sono stranieri. E il problema anche se taciuto non riguarda solo Lecco.

Alessandro Magni