Cara Lecconews,
ultimamente si vedono saracinesche venir giù per l’ultima volta come se fossero stelle la notte di San Lorenzo
LE RAGIONI sono molteplici: affitti altissimi; utenze che pesano sempre più; cambio generazionale che non c’è e l’impoverimento delle famiglie invece eccome se c’è; la crisi che picchia, i salari al tappeti e i prezzi che si rialzano. E poi, non ultimo, l’acquisto online che te lo portano a casa ancor prima di averlo ordinato. Tutto si chiude. Il cerchio e i negozi.
SONO PROBLEMI sovrapponibili a livello nazionale, ma ci son poi quelli prettamente locali che ne amplificano numeri e ragioni. A partire dal caos mobilità che amplifica il disincentivo a chi deve venire a Lecco o solo il muoversi per fare acquisti.
Ci si imbatte infatti in ogni tipo di cantiere, in cambi di marcia e mai di passo, sono quattro anni già così con tuttora l’incertezza che porti benefici e già la certezza del caos e della crisi provocata.
Ma ancora non ci si pone la domanda se tutto questo, in questo modo – non solo il cosa ma anche il metodo, il come si sta facendo – è frutto di scelte ponderate o dannose.
QUESTA CRISI e chiusure stan dentro un futuro prossimo che non vede nessuna politica economica, sociale nel progettare la Città che non sia solo case a grandi prezzi o alberghi a grandi stelle.
I prezzi come pistole e le tasse locali come proiettili con bersaglio il residente son tutte cose lì da vedere
UN COMUNE deve essere al servizio e servire in primo luogo i residenti, più che attrarre, forse, orde di turisti che comportano, in forza così sregolata di permessi soprattutto aumenti di prezzi, difficoltà nel reperire appartamenti per la vita quotidiana ma invece il proliferare di affitti brevi, offerte turistiche e caro prezzi
Una scelta opposta a quella di sostenere, affiancare, pianificare:
– Negozi dove il cliente perfetto è il residente e non il turista.
– Negozi che siano scelta degli imprenditori locali e non catene, brand, o l’ennesimo supermercato, (magari nell’ex Leuci) così da contribuire alla crescita e alla distribuzione sul territorio di ricchezza e non a favore di grandi marchi, multinazionali che la ricchezza la drenano e la portano altrove.
Se si pianifica una città dei balocchi e del lusso; se non si ha il gettone per tre palle un soldo, ecco restano le palle. Ma accorgersene tardi non è una gran mira.
Paolo Trezzi
Lecco