I giovani leghisti di Lecco son sempre sul pezzo quando si tratta di difendere senza argomenti un loro capo.
Questa volta han fatto uno striscione in difesa di Salvini a cui è stata chiesta la condanna a 6 anni nel processo “Open Arms” nel quale il capo della Lega è imputato per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio.
Due dati paiono oggettivi:
– I migranti salvati in mare dalla nave Open Arms e impossibilitati ad attraccare in un qualsiasi Porto italiano.
– I giovani leghisti di Lecco che si mobilitano per il Ministro Salvini.
Uno è un fenomeno pericoloso per la nostra comunità, figlio di questi tempi di crisi e disvalori, con ormai un enorme costo economico e culturale sulle spalle di noi cittadini;
l’altro sono i migranti.
Soffermiamoci quindi sul caso più greve e pericoloso, la pochezza delle motivazioni dei giovani leghisti di Lecco, perché è evidente che confondono, nuovamente, difendere i confini con difendere gli Italiani.
Preferendo, come sempre, i primi ai secondi.
Dopo lo striscione per Salvini i giovani leghisti lecchesi proporranno il 5-6 ottobre dal pratone di Pontida di schierarsi mano nella mano con copricapi di corna e pelli di carpa orobica, da lì lungo tutti i litorali, le montagne e pure gli anelli di fumo per difenderne i confini.
Chissà se chiederanno di raggiungere questi posti a piedi visto il prezzo della benzina e il caro accise che il loro uomo del far credere, Salvini, per difendere gli italiani aveva giurato di cancellare ma non l’ha mai fatto, senz’altro perché intento a difendere i confini.
Salvini e i giovani della Lega hanno questa capacità.
Dopo 30 anni tra quelli di Governo e opposizione, solo quando non han potere si dicono capaci di risolvere i problemi, quando sono al potere non lo fanno.
Difendono i confini ma non difendono mai i cittadini, infatti più tasse, altri condoni per chi non paga, ancora lì le accise, treni che non trainano, ospedali che non sono in salute, liste d’attesa che sono pure loro in lista d’attesa, pensioni che bastano, extra profitti alle banche che non si toccano, bollette che non calano e stipendi che non crescono.
Più che i confini i leghisti dovrebbero chiudere la bocca, e visti i loro giovani di Lecco ora pure gli striscioni.
Tranquillo Dogana