MIGRANTI/LA LETTERA:
COME S’È ARRIVATI ALLE TENDE?
SI CREI UNA RETE SOLIDALE

LETTERALECCO – La questione migranti, profughi e comunque di tutte quelle persone in attesa di richiesta d’asilo che in queste settimane sono giunte e giungeranno a Lecco o la si affronta da cittadini solidali o rimane inevitabilmente in mano a tutti quelli, pochi o tanti ma pur sempre troppi, che fanno la guerra ai poveri perché è più facile che farla al potere o per sentirsi forti, branco, nella propria impotenza e paura.

Ora a Lecco mi pare ci sia carenza di coordinamento e di informazione.

Fin’ora abbiamo visto la Prefettura gestire solo l’emergenza e i politicanti fare polemiche ideologiche…

Accoglienza sì… Accoglienza no…. Senza nessuna strategia. Proposta.

Chiaro che se il nostro vicesindaco Francesca Bonacina dice che il Comune non è mai informato dalla Prefettura… stiamo freschi.
E ci cadono le braccia.

Come si è arrivati alla tendopoli al Bione senza servizi logistici?
A Maggianico a sentire residenti e volontari tutto o quasi è stato lasciato alla spontaneitá delle Parrocchie del quartiere e cittadini di buona volontà per nulla coordinati.

Qui mi pare però che bisogna essere giusti che di buoni ce n’è fin troppi.

La Prefettura, Il Comune, se è tornato dalle vacanze, può valutare, con urgenza se è opportuno e utile creare una Rete?

tendopoli bione profughi 2Adesso che arriva acqua e freddo le Tende al Bione sono una decisione saggia? Dignitosa per quelle persone?
Non é meglio accoglierli in base ai bisogni creando una rete coordinata di solidarietà operativa tra Comune, Enti, privati e parrocchie?
Reperire luoghi meno precari per assisterli dignitosamente… dalle parrocchie agli alberghi, agli stabili pubblici, alle case dei privati, per alleviare le sofferenze?

Altri cittadini avevano fatto notare che dovrebbero esserci spazi vuoti in via Cairoli e Marco d’Oggiono nella ex sede Regionale del Politecnico sono 6.000 metri quadri coperti… il Palazzo di Corso Matteotti della Provincia, un Piano dell’Ospedale nuovo… altri avevano proposto a Maggianico la sede delle Suore che aveva 80 posti letto e che è vuoto…
Non si sa nulla di queste proposte.
Non si sa nulla di cosa serve e può servire.
Viene lasciato al buon cuore. Quando c’è.

Sarebbe interessante poi che con rapidità lo Stato e i Comuni mappassero provenienza, competenze e luogo di destinazione ipotizzato dal profugo.
Io credo che sì scappino da una povertà o oppressione nel loro Paese ma molti abbiano parenti o conoscenti qua in Europa ormai integrati.
Perché non possono raggiungerli?

E nel frattempo questa rete di solidarietà crea legami e conoscenza e quindi integrazione.

Che la politica insomma faccia la politica e non sia solo buona per comprare due cessi per 100.000 euro e aspettare che canti il gallo.

Paolo Trezzi