LECCO ALLA “DESIGN WEEK”
CON MICHELA MILANI

Milani a coloriMILANO – Ci sarà anche un po’ di Lecco alla collettiva Foodmade che si terrà durante il Fuorisalone della Milano Design Week @ PadiglioneItalia che si terrà il prossimo aprile. Tra i designer prescelti per esporre i propri lavori troviamo infatti anche Michela Milani, lecchese classe ’78, laureata in design presso il politecnico di Milano. “Una ventina di designer – spiega Michela – sono stati coinvolti per questa mostra collettiva, una rappresentanza di autori che partecipano a raccontare ognuno col proprio linguaggio una storia comune, integrandosi e dialogando, svincolandosi da semplicistiche definizioni anagrafiche, parlando di ricerca e di qualità progettuale”.

Designer di formazione, Milani ha intrapreso una carriera che spazia dall’arte, alla fotografia, al design, con una continua attenzione rivolta alla ricerca e alla sperimentazione. Tra le sue più recenti ricerche ricordiamo “frames”, un progetto che vede il metacrilato come protagonista, oppure “lapsus”, un progetto fotografico dove le immagini di edifici stabili e maestosi, fotografati con una sua personale tecnica, sembrano edifici in decostruzione. Per sottolineare questa condizione ecco la scelta di stampare le foto su un materiale per l’edilizia trattato con particolari intonaci per rendere la foto stessa una pietra , un sasso, simbolicamente un pezzo di quegli edifici distrutti rendendo degli scatti fotografici un opera d’arte.

Foodscapes è il nome del progetto che presenterà insieme a Edoardo Perri e Dario Riva dal 9 al 14 aprile presso padiglione italia. Si tratta di azioni di ricostruzione tecnica della materia alimentare di scarto, libera da additivi, conservanti, coloranti, addensanti, correttori e agenti artificiali, dove l’essenza naturale e la sostanza biologica del cibo tornano a coincidere per poi comunque rigenerarsi. “Foodscape è un guscio creato con scarti alimentari” Spiega Michela, “ha la forma di un seme ed è adatto per contenere alimenti secchi. Concepito per rientrare nella logica dei cicli naturali, una volta esaurito il suo utilizzo, può essere sciolto in acqua e usato per concimare il terreno.  Edoardo, Dario ed io ci siamo conosciuti giovanissimi durante il corso di laurea. Ritrovarsi e collaborare è stata un’esperienza stimolante come lo è stato pensare al cibo non solo come alimento, ma anche come oggetto e materia per generare un progetto ispirato e creato dal cibo e non solo per il cibo”.

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