MORTE DI JENNY, CONTROVERSA LA GUIDA CON STUPEFACENTI. PRESO IL PRESUNTO INVESTITORE DI AMBRA DE DIONIGI

LECCO – Conferenza stampa nella sede del comando provinciale dei Carabinieri questa mattina, protagonista il capo della Procura della Repubblica Ezio Domenico Basso, che ha aggiornato sulla parte giudiziaria della tragica vicenda della morte di Jennifer Alcani – la tredicenne lecchese vittima di un incidente stradale avvenuto ad Abbadia Lariana  nelle prime ore del mattino dello scorso 10 gennaio e successivamente sull’investimento mortale della 29enne valsassinese Ambra De Dionigi.

Esordisce il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Nicola Melidonis, con aggiornamenti sulla situazione degli incidenti stradali mortali, “esiti in parte già riportati dai quotidiani ma con alcuni aspetti che devono essere chiariti. Un contributo positivo è stato quello di un’informazione corretta, giusti dettagli senza sopravanzare in alcune situazioni, che per i carabinieri sono stati utili. Lavoro svolto con la dovuta attenzione e senza eccessiva pressione mediatica, che ha aiutato in particolare nel caso dell’investimento di Nibionno”.

Poi, è il turno del Procuratore capo che critica invece parte della stampa per “Ricostruzioni fantasiose o anticipazioni di conclusioni di indagini preliminari; è stato scritto – afferma Basso – di confessioni di un individuo che non aveva mai interagito con le forze dell’ordine”. Sull’udienza e l’interrogatorio preventivo di M. F., nato a Lecco il 28 gennaio 2002, c’è “Una novità dell’agosto 2024, ratificata dal Parlamento, provvedimento che ha anche abrogato l’abuso d’ufficio e ha introdotto norme procedurali per innalzare il livello di garanzia per i soggetti destinatari di misure cautelari”. Il magistrato spiega che “In tutti i casi in cui non si proceda, o per reati particolarmente gravi come omicidio, rapine aggravate e terrorismo, o altri per cui il giudice vede il rischio di inquinamento probatorio o di fuga, il giudice prima di pronunciarsi sulla richiesta di misura cautelare deve procedere all’interrogatorio, dando al soggetto una serie di garanzie (l’udienza non può avvenire prima di 5 giorni dall’emissione dell’avviso e il soggetto può non presentarsi)”. Nel caso di Abbadia (lesioni stradali colpose) “Era prevista la procedibilità a querela, che non c’era ed è stata fatta successivamente dal padre; inutile perché il reato era procedibile d’ufficio”.

Come noto, la BMW andata a sbattere contro un muretto all’accesso della SS36 apparteneva a un ragazzo di 19 anni di Malgrate ma era condotta dal 22enne lecchese M. F. – per il quale venerdì scorso il Gip Salvatore Catalano ha accolto la misura cautelare degli arresti domiciliari, richiesta dallo stesso Procuratore capo Basso.

Sulla misura degli arresti domiciliari, accolta dal giudice, Basso precisa che “Al momento il giudice esclude l’aggravante di guida sotto stupefacenti. C’è un certificato dal laboratorio di analisi, urine e sangue entrambe positive, quelle del sangue a detta del medico concentrano un dosaggio di sostanze per cui la guida non sarebbe alterata dalle sostanze”. Chi ha fatto le analisi “non era ancora “informato” del nuovo Codice della Strada che all’articolo 187 prescinde dalla quantità di sostanze, basta che ce ne siano. Diventerà un problema quando verrà esercitata un’azione penale nei confronti del guidatore. Il giudice ha applicato i domiciliari sulla base del “semplice” incidente stradale mortale”. Non viene specificato invece quale sia la sostanza stupefacente.

“Abbiamo chiesto i domiciliari perché crediamo sia possibile la reiterazione del reato – la sospensione della patente per due anni non impedisce infatti di mettersi alla guida”. Ancora dettagli: “Nell’alcol test, alla misurazione effettuata dopo il tempo tecnico di arrivare in ospedale il tasso era inferiore a 0.8“.

Si passa poi al tragico investimento in cui ha trovato la morte a Nibionno la 29enne valsassinese Ambra De Dionigi.

“Si è appena concluso, 20 minuti fa, l’interrogatorio preventivo del soggetto da noi ritenuto responsabile dell’investimento. L’aggravante contestata è la fuga del conducente“.

Svolta maturata grazie a “Capillare attività d’indagine: non c’era nulla a disposizione, le telecamere anche comunali non funzionavano; si è dovuta fare attività di ricostruzione e analisi che intorno al 6 gennaio hanno portato alla svolta, individuando il mezzo utilizzato. Da qui si è risaliti all’utilizzatore – che non era il proprietario – e dall’analisi del mezzo sono stato acquisiti elementi di prova inconfutabili”. Chiesta dunque,  il 20 gennaio, la custodia cautelare in carcere nei confronti di S. G., italiano nato il 3 maggio del 1975, per omicidio stradale colposo aggravato dalla fuga. Il presunto assassino di Ambra risiede nella provincia di Monza e Brianza, a Carate“.

In possesso dei Carabinieri solo un filmato di scarsissima definizione da cui si è comunque sviluppata l’indagine.

IL VIDEO DI PESSIMA QUALITÀ DEL FURGONE BIANCO:

Il colonnello Melidonis precisa che in questo caso “L’attività è stata molto meticolosa, siamo partiti da piccoli dettagli, il territorio è un crocevia tra più province e la ricerca è stata difficile. Sulla carrozzeria danneggiata esterna, tra le lamiere rimaste, abbiamo trovato un ciondolo”. La ditta domenica sera era chiusa, dunque “è certo che la disponibilità di quel mezzo a quell’ora fosse del dipendente”.

Esclusa ogni “connivenza” da parte della ditta, che ha ricevuto il furgone la mattina dopo l’incidente da parte di chi lo aveva utilizzato. I carabinieri sono arrivati al mezzo circa una settimana dopo l’incidente. “Avevamo una serie di testimonianze, dati sul mezzo da cui abbiamo ricavato tipologia e altri aspetti di natura tecnica che hanno cominciato a orientarci sui soggetti in movimento nella zona in quel periodo. Dalle testimonianze abbiamo individuato un furgone che corrispondeva alle analisi e che abbiamo individuato, per poi trovare l’effetto personale all’interno della carrozzeria. Testimonianze e segnalazioni hanno fatto escludere anche altri furgoni che avevamo visualizzato; il tessuto sano del territorio ha aiutato a raccogliere informazioni”.

In diretta dal comando provinciale Carabineri
Michele Carenini/Sandro Terrani