MILANO – Cremona, Lecco e Brescia restano le province lombarde più a rischio per mortalità sul lavoro, con un’incidenza di mortalità superiore alla media nazionale. Nonostante ciò, la Lombardia nel complesso è passata dalla zona gialla alla zona bianca, segnalando un miglioramento generale nella sicurezza sul lavoro.
Secondo l’ultima indagine aggiornata a fine agosto 2025 dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, la Lombardia ha registrato 97 morti sul lavoro nei primi otto mesi dell’anno, un calo del 19,8% rispetto al 2024. Il rischio di morte in Lombardia è pari a 15,0 morti per milione di occupati, ben al di sotto della media italiana di 20,6. La provincia di Lecco, però, con un’incidenza di 27,8, si colloca tra le tre province lombarde in zona rossa, a indicare un livello di rischio molto alto rispetto alla media regionale e nazionale.
Nel confronto provinciale, a Lecco sono stati registrati 4 decessi sul lavoro e 4 morti infortunio totale nei primi otto mesi del 2025, un dato importante che evidenzia la necessità di rafforzare ulteriormente le misure preventive.
A livello regionale, Milano rimane la provincia con il maggior numero di vittime totali (26) e di infortuni mortali sul lavoro (16), ma anche Lecco fa parte delle province con denunce di infortunio non trascurabili: con 2.204 denunce totali, segue alcune delle grandi province lombarde. La situazione di Lecco è quindi rappresentativa di un rischio ancora presente nelle realtà più piccole ma industrialmente attive, soprattutto considerando che la manifattura è il settore più colpito in Lombardia.
L’auspicio espresso da Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, è che questo calo del 19,8% nella mortalità continui a spingere verso una maggiore consapevolezza del rischio e verso politiche di sicurezza efficaci in ogni ambito lavorativo, incluse le province più vulnerabili come Lecco.

