LECCO – “Cala il sipario sul 2024 e la tragedia delle morti sul lavoro è ancor più inquietante e drammatica dell’anno precedente. Perché in 12 mesi sono state 1.090 le vittime sul lavoro nel nostro Paese contro i 1.041 decessi di fine dicembre del 2023. Stiamo parlando dunque di 49 vite spezzate in più nel 2024 (+4,7%)”. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, commenta così l’epilogo delle statistiche del 2024 sulla base dell’ultima dettagliata analisi dell’emergenza realizzata dal proprio team di esperti.
Uno studio da cui emerge molto nitidamente come sia il settore delle costruzioni quello maggiormente a rischio, mentre per quanto riguarda i lavoratori, sono gli stranieri i più coinvolti dal dramma e gli ultrasessantacinquenni. “Si tratta di dati sui quali è indispensabile riflettere per invertire la rotta – sottolinea Rossato – perché dietro a molte di queste morti ci sono probabilmente le infide ombre del precariato, lacune nell’organizzazione del lavoro nelle aziende e carenze nella formazione dei lavoratori”.
Sono 1.090 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 805 in occasione di lavoro (6 in più rispetto a dicembre 2023) e 285 in itinere (43 in più rispetto a dicembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (131). Seguono: Campania (84), Lazio (73), Emilia-Romagna (71), Sicilia (65), Veneto (54), Piemonte (51), Toscana (49), Puglia (45), Sardegna (27), Trentino-Alto Adige (26), Liguria (21), Calabria e Umbria (19), Abruzzo (17), Basilicata (16), Marche (15), Friuli-Venezia Giulia (14), Valle d’Aosta e Molise (4).
A livello provinciale, Lecco si posiziona 87ª in classifica con 3 incidenti mortali in occasioni di lavoro, con un indice di incidenza di 20,6 sui 145.554 occupati totali. Tra le province confinanti, Como è 100ª, sempre con 3 casi e un indice di 11,3 su 265.676 lavoratori; Bergamo si posiziona all’80º posto, con 12 incidenti mortali e un indice di 24,4 su 490.985 occupati, mentre Sondrio occupa la 45ª piazza con 3 casi e un indice di 40,3 su 74.361 occupati, considerato in zona arancione.
A questo link la classifica completa di tutte le province.
IL RISCHIO DI MORTE, REGIONE PER REGIONE, A FINE DICEMBRE 2024. DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA
A finire in zona rossa a fine dicembre 2024, con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 34,1 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione Molise, Calabria, Emilia-Romagna e Puglia. In zona gialla Abruzzo, Liguria, Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. In zona bianca Veneto e Marche.
I LAVORATORI STRANIERI SONO SOGGETTI A UN RISCHIO DI INFORTUNIO MORTALE MAGGIORE RISPETTO AGLI ITALIANI
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a dicembre 2024 sono 176 su un totale di 805, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 74,2 morti ogni milione di occupati, contro i 29,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.
IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER FASCE DI ETÀ: ANCORA A MAGGIOR RISCHIO I PIÙ ANZIANI
Ed ecco l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
L’incidenza più elevata si registra nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 138,3), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 54,5).
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (279 su un totale di 805).
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI È IL PIÙ COLPITO DAL FENOMENO DELLE MORTI SUL LAVORO
Alla fine di dicembre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 156. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (111), dalle Attività Manifatturiere (101) e dal Commercio (58).
LE VITTIME PER GENERE E NAZIONALITÀ: 86 DONNE E 227 GLI STRANIERI
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro tra gennaio e la fine di dicembre 2024 sono 52, mentre 34 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 176, mentre sono 51 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.
IL MARTEDÌ SI CONFERMA IL GIORNO NERO PER LE MORTI SUL LAVORO DA GENNAIO A DICEMBRE 2024
Il martedì risulta essere anche a fine dicembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel 2024 (19,9%).
LE DENUNCE DI INFORTUNIO TOTALI RIMANGONO PRESSOCHÉ STABILI RISPETTO AL 2023 (+0,7%)
Le denunce di infortunio totali crescono dello 0,7% rispetto a dicembre 2023; erano 585.356 a fine dicembre 2023, nel 2024 sono passate a 589.571.
I NUMERI DELLE DENUNCE TOTALI DI INFORTUNIO PER SETTORE: LA MAGLIA NERA VA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE
Anche a fine dicembre 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (70.842). Seguono: Costruzioni (37.220), Sanità (36.425), Trasporto e Magazzinaggio (34.698) e Commercio (33.050).
LE DENUNCE TOTALI PER GENERE, NAZIONALITÀ ED ETÀ
Le denunce di infortunio totali delle lavoratrici da gennaio a dicembre 2024 sono 211.135, quelle dei colleghi uomini 378.436.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 490.725 a fine dicembre 2024: 163.747 le donne e 326.978 gli uomini.
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 388.876, mentre degli stranieri sono 101.849.
La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 130.010 denunce (il 22,1% del totale).
COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
A COSA SERVE LA ZONIZZAZIONE REALIZZATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA?
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale