MOZZARELLE ACIDE IN MENSA:
I GENITORI SMENTISCONO
LE RASSICURAZIONI DEL COMUNE

MENSA LECCO VASSOIOLECCO – Mozzarelle acide servite alle mense delle scuole lecchesi. L’episodio risale allo scorso 11 gennaio ed è stato subito confermato dalle autorità. Di 23 scuole, in nove sono state trovati trovati “bocconcini di mozzarella che pur non avendo superato la loro data di scadenza e pur essendo conservati alla corretta temperatura, risultavano all’aspetto normali ma all’assaggio presentavano un sapore acidulo”. Lo stesso Comune di Lecco insieme alla ditta che gestisce il servizio ha ricostruito l’accaduto assicurando che ogni provvedimento è stato preso con tempismo.

Una ricostruzione che però non è del tutto condivisa dalla Commissione mensa, organismo formato dai rappresentanti di tutte le scuole cittadine, che evidenzia, anzi, importanti carenze, oltre all’anomalia di un comunicato stampa concertato tra azienda e amministratori.

Le rappresentanti del Commissione Mensa Lc 2, 3 e 4

In data 25/01/2017 i Referenti membri dei comprensivi LC2, LC3 e LC4 si sono riuniti per confrontarsi in merito all’episodio della mozzarella avariata, avvenuto il giorno 11/01/2017, ad una comunicazione da noi inviata via mail datata 11/01/2017 nella quale erano state poste seguenti obiezioni al Comune di Lecco:

1. Non in tutte le scuole è stato fornito il piatto sostitutivo
2. In molti casi i bambini non hanno potuto consumare la seconda portata per mancata consegna del piatto sostitutivo
3. Procedura kit neve non effettuata in tutte le scuole. Chi decide in questo caso? le inservienti? Le insegnanti? Il Comune? La ditta?
4. Richieste informazioni adeguate e tempestive per poter rispondere alle domande poste dai genitori che si rivolgono ai referenti mensa ed al Vostro successivo comunicato stampa del 12/01/2017.

Durante questa riunione sono state messe in luce delle problematiche che neppure il comunicato stampa della Gemeaz Elior (stranamente concertato con il Comune di Lecco) ha potuto eludere, anzi questo comunicato contraddice le dichiarazioni riguardo i controlli ed evidenziano delle carenze importanti.

Sebbene le segnalazioni siano partite solo da alcune scuole l’anomalia sulla consistenza “molliccia” del prodotto così come sul sapore acidulo è stata riscontrata in più istituti. Nonostante ciò, nessuno ha provveduto a bloccare la somministrazione, ne ha suggerito la sostituzione, neppure il tecnologo del Comune presente proprio quel giorno alla scuola primaria Cesare Battisti; sollecitato ad assaggiare anche le mozzarelle, non solo le carote e constatata l’anomalia non ha saputo fornire rassicurazioni o spiegazioni.

Possibile che in nessun Istituto il cibo viene assaggiato prima della somministrazione ai bambini, come invece riportato sul vostro comunicato stampa?

Il prodotto è stato comunque totalmente rifiutato perché ritenuto assolutamente sgradevole al gusto oltre che nell’aspetto.

Si ribadisce che l’azione da intraprendere in casi come questo non debba essere lasciata al libero arbitrio dei singoli, siano essi inservienti, insegnanti o genitori assaggiatori ma che sia stabilita una procedura standard che preveda la sospensione e che eviti l’insorgere di dubbi e perplessità se non paura.

I genitori si rivolgono ai referenti mensa per avere rassicurazioni sulla qualità del prodotto, sulle procedure che devono essere attuate in casi come questi, sul perché non in tutte le scuole sia avvenuta la sostituzione, nonostante l’evidente anomalia.

Oggi possiamo solo riportare come il malcontento così come la sfiducia siano diffusi e generali.

Non avendo alcun elemento per fornire adeguate risposte vi segnaliamo che non potremmo rispondere o ritenerci responsabili delle eventuali spontanee rimostranze dei genitori che si sentono lesi e preoccupati per l’accaduto.

Un urgente incontro chiarificatore sarebbe opportuno affinché si possa conoscere l’esito della nota di non conformità e stabilire una procedura universale che eviti il ripetersi di questa situazione visto e considerato che la società chiede e ce lo chiedono i nostri figli, di avere cibo sicuro con tutte le note che riguardano la tracciabilità e la trasparenza necessaria, come le recenti leggi stabiliscono.